MILES SMILE.
Straordinario disco di Miles Davis.
Risale al suo periodo hard-bop ed è suonato con alcuni tra i più grandi jazzisti del tempo: Wayne Shorter, Herbie Hancock, Ron Carter e Tony Williams, già solo per la composizione varrebbe la pena ascoltarlo, quando poi partono le prime note di "Orbitis" si viene catturati da una atmosfera affascinante e ci si immerge in un mondo fantastico dal quale non si vorrebbe mai riemergere.
Sono le classiche atmosfere che noi amanti del jazz ricerchiamo, intime, notturne da brividi lungo la schiena.
Miles è straordinario, le sue improvvisazioni ti lasciano ipnotizzato, incantato sul divano, quando la prima facciata si conclude mi coglie la frenesia non vedo l'ora di continuare l'ascolto.
Tecnicamente la registrazione propone una ricchezza armonica strordinaria in grado di valorizzare tutti gli strumenti, il contrabasso poi è perfetto, corposo e profondo mai lungo o impastato.
La dinamica è estremamente naturale, per chi conosce la realtà degli strumenti acustici ed è per questo che non si avverte quel senso di disagio che provocano le forzature che si incontrano spesso, quando chi registra vuole spettacolizzare il proprio lavoro, qui no, tutto è a posto dalla micro alla macro dinamica senza inutili "effetti" solo sana naturalezza, un senso di suono "reale" che adoro.
Lorenzo
Straordinario disco di Miles Davis.
Risale al suo periodo hard-bop ed è suonato con alcuni tra i più grandi jazzisti del tempo: Wayne Shorter, Herbie Hancock, Ron Carter e Tony Williams, già solo per la composizione varrebbe la pena ascoltarlo, quando poi partono le prime note di "Orbitis" si viene catturati da una atmosfera affascinante e ci si immerge in un mondo fantastico dal quale non si vorrebbe mai riemergere.
Sono le classiche atmosfere che noi amanti del jazz ricerchiamo, intime, notturne da brividi lungo la schiena.
Miles è straordinario, le sue improvvisazioni ti lasciano ipnotizzato, incantato sul divano, quando la prima facciata si conclude mi coglie la frenesia non vedo l'ora di continuare l'ascolto.
Tecnicamente la registrazione propone una ricchezza armonica strordinaria in grado di valorizzare tutti gli strumenti, il contrabasso poi è perfetto, corposo e profondo mai lungo o impastato.
La dinamica è estremamente naturale, per chi conosce la realtà degli strumenti acustici ed è per questo che non si avverte quel senso di disagio che provocano le forzature che si incontrano spesso, quando chi registra vuole spettacolizzare il proprio lavoro, qui no, tutto è a posto dalla micro alla macro dinamica senza inutili "effetti" solo sana naturalezza, un senso di suono "reale" che adoro.
Lorenzo