Prendendo spunto da a altra discussione, provo ad aprire un argomento, quasi da "vintage" relativo alla storia di questo formato nato ai tempi delle testine meccaniche e proseguito nei momenti di massima innovazione analogica (a mio parere):
La velocità dei "vecchi" 78 giri, in realtà non era neppure unificata e poteva variare da etichetta ad etichetta fra i 65 e gli 80 giri ed erano incisi solo su una facciata.
Poi verso il 24/25 si unificò a 78.26 giri.
In quei momenti tutti i dischi a 78 giri venivano incisi su gommalacca e non erano equalizzati, per cui all' ascolto fatto oggi in modo tradizionale sono pesantemente penalizzati (restano cupi se collegati ad un pre fono).
La tecnica stereo era già pronta prima della seconda guerra mondiale e messa a punto proprio sulla gommalacca che però, data la fragilità non poteva venire utilizzata su larga scala (già i mono, dopo un solo passaggio avevano il solco pieno di detriti prodotti che facevano rumore..).
In compenso si scoprì un trattamento che migliorava (tutto è relativo), la resistenza della superficie per cui si iniziarono ad incidere i dischi su entrambe le facciate e a produrne di diametri diversi (e non più solo da 16 ").
A mio parere, è anche utile ricordare come le prime registrazioni fossero intese per letture esclusivamente meccaniche (il "chiodo" del grammofono) e via via si passò ad una registrazione (pur mono) elettrica e dopo l' avvento del vinile come materiale, le registrazioni divennero elettriche e previste per un fonorilevatore elettrico.
Il solco restò solco fino a fine anni 40 quando si usava la gommalacca, poi arrivò nel 48 il vinile e con lui nacque la possibilità di incidere in miocrosolco. Questa possibilità venne quindi applicata sia ai nuovi formati (45 e 33 giri e poi anche al 16) ed anche e prima al vecchio 78 che venne stampato ancora per una decina di anni in Europa e quasi venti in sudamerica e poi venne abbandonato in quanto il costo del materiale per minuto inciso era troppo elevato (però nessuno pensava suonasse peggio, un po' come un bobine a 2 o 4 tracce).
Questi dischi, avevano estensioni tonali esattamente comparabili agli altri 2, logicamente con maggiori potenzialità in fase di incisione nella precisione e di riproduzione come facilità di lettura in quanto a parità di frequenza si aveva una lunghezza maggiore di stampa nel solco per cui maggior facilità di lettura anche nei passaggi più dinamici (che erano stati fissati a livelli di saturazione dinamica a + 5 dB rispetto al 45 giri (a sua volta + 4 dB rispetto al 33 giri) a parità di formato.
L' arrivò del vinile, con le nuove possibilità tecniche che si potevano sfruttare, non decretò l' immediata fine del mono (proprio come aveva fatto per il 78 giri), ci vollero infatti alcuni anni e poi lo stereo iniziò a diffondersi (la prima registrazione stereo di musica non classica fu il concerto di H. Belafonte alla Carnegie Hall (1959).
Sempre: a mio avviso e per quanto ne sappia io.
La velocità dei "vecchi" 78 giri, in realtà non era neppure unificata e poteva variare da etichetta ad etichetta fra i 65 e gli 80 giri ed erano incisi solo su una facciata.
Poi verso il 24/25 si unificò a 78.26 giri.
In quei momenti tutti i dischi a 78 giri venivano incisi su gommalacca e non erano equalizzati, per cui all' ascolto fatto oggi in modo tradizionale sono pesantemente penalizzati (restano cupi se collegati ad un pre fono).
La tecnica stereo era già pronta prima della seconda guerra mondiale e messa a punto proprio sulla gommalacca che però, data la fragilità non poteva venire utilizzata su larga scala (già i mono, dopo un solo passaggio avevano il solco pieno di detriti prodotti che facevano rumore..).
In compenso si scoprì un trattamento che migliorava (tutto è relativo), la resistenza della superficie per cui si iniziarono ad incidere i dischi su entrambe le facciate e a produrne di diametri diversi (e non più solo da 16 ").
A mio parere, è anche utile ricordare come le prime registrazioni fossero intese per letture esclusivamente meccaniche (il "chiodo" del grammofono) e via via si passò ad una registrazione (pur mono) elettrica e dopo l' avvento del vinile come materiale, le registrazioni divennero elettriche e previste per un fonorilevatore elettrico.
Il solco restò solco fino a fine anni 40 quando si usava la gommalacca, poi arrivò nel 48 il vinile e con lui nacque la possibilità di incidere in miocrosolco. Questa possibilità venne quindi applicata sia ai nuovi formati (45 e 33 giri e poi anche al 16) ed anche e prima al vecchio 78 che venne stampato ancora per una decina di anni in Europa e quasi venti in sudamerica e poi venne abbandonato in quanto il costo del materiale per minuto inciso era troppo elevato (però nessuno pensava suonasse peggio, un po' come un bobine a 2 o 4 tracce).
Questi dischi, avevano estensioni tonali esattamente comparabili agli altri 2, logicamente con maggiori potenzialità in fase di incisione nella precisione e di riproduzione come facilità di lettura in quanto a parità di frequenza si aveva una lunghezza maggiore di stampa nel solco per cui maggior facilità di lettura anche nei passaggi più dinamici (che erano stati fissati a livelli di saturazione dinamica a + 5 dB rispetto al 45 giri (a sua volta + 4 dB rispetto al 33 giri) a parità di formato.
L' arrivò del vinile, con le nuove possibilità tecniche che si potevano sfruttare, non decretò l' immediata fine del mono (proprio come aveva fatto per il 78 giri), ci vollero infatti alcuni anni e poi lo stereo iniziò a diffondersi (la prima registrazione stereo di musica non classica fu il concerto di H. Belafonte alla Carnegie Hall (1959).
Sempre: a mio avviso e per quanto ne sappia io.