ho visto che alcuni dac integrano un preamplificatore attivo e altri passivo, vorrei chiedervi che differenza c'è e cosa comporta...
Grazie e buona giornata!
A me sembrano, sempre ad occhio, due commutatori entrambi a due vie: quello a sinistra per commutare gli ingressi l'altro, quello blu (che, in effetti, potrebbe sembrare anche un reostato), per commutare le prese, sia centrali che "esterne", dei due autotrasformatori. Anche così potrebbe guadagnare in tensione, come nello splendido disegnino sotto che ho improvvisato "molto a mano" con il paint .nerodavola ha scritto:P.S. nel preamplificatore della prima foto, i trasformatori non hanno la funzione di regolazione del volume (c'è un bel reostato/rete di resistenze che svolge quel compito), ma di guadagno in tensione; si tratta appunto di un tradizionale PRE a trasformatori. Almeno così, ad occhio
Sono d'accordo.nerodavola ha scritto:La confusione che avevo osservato derivava proprio da questa (a mio parere impropria) commistione fra le due entita' - regolazione del volume e preamplificazione - che sono invece ben distinte e, per certi versi, indipendenti; specialmente all'interno di un DAC.
Per onesta' intelettuale nei confornti di coloro (e sono molti) che hanno provato ad eliminare il preamplificatore ottenendo risultati modesti bisogna pure riconoscere che , statisticamente, le probabilita' di successo sono effettivamente scarse.il Carletto ha scritto:E' anche vero che la stragrande maggioranza dei controlli digitali siano di livello piuttosto basso e quelli validi, al momento, siano davvero pochi.
D'altra parte, non riesco a capire come, in presenza di una sorgente dotata di un ottimo controllo di volume (analogico o digitale che sia) e ben interfacciata a livello elettrico con il finale, l'interposizione di un ulteriore circuito (il pre) possa "migliorare" il suono.
Nella migliore delle ipotesi, non farà danni.
Tutto il resto, descritto spesso come "magia", è IMHO colorazione del suono.
Ovviamente parlo di una catena totalmente digitale.