Da ermes pecchinini Gio Ott 10 2013, 09:38
Seconda puntata: sulla scelta del sistema.
La storia del giradischi si può con facilità dividere in due tempi: dalla nascita (lasciando perdere i grammofoni!!) verso il 48, agli anni 80, quando lascia il passo al CD. La rinascita moderna (ultmi 10 anni).
Questo a livello di grandi numeri, non parlo di chi il vinile non l'ha mai abbandonato!
Che differenze ci sono tra i giradischi migliori del 70-80 e quelli moderni?
A mio principalmente: uno zero.
Ovvero devi aggiungere uno zero al prezzo di listino!
Dal punto di vista tecnologico, ai livelli più alti, sono state fatte migliorie ma non talmente elevate.
Ecco perchè è sempre mediamente più interessante rivolgere lo sguardo ad un buon vintage, far fare una bella pulizia, ed avere così a basso costo apparecchi che non hanno nulla da invidiare ad apparecchi nuovi molto più si costosi. L'avvertenza è quella di lasciar perdere il gruppo dei blasonati (Garrard-Emt-Thorens 124, Thorens 111). Troppo blasone (leggi costo) per nulla, questa è sempre la mia umile opinione.
I modelli interessanti possono essere Thorens 160, 125 ed altri ancora in casa Thorens.
Vi è poi il gruppo dei giapponesi DD (trazione diretta) tra cui Technics 1200, Denon (tantissimi modelli), JVC, Sansui, Sony, Pioneer etc.
Vi un italo-giapponese a trazione diretta: il Panta, progettato da Magnaghi, con un motore JVC e altri due motori ausiliari, a seconda dei modelli monta diversi bracci (pare di ottima qualità ma non ne ho mai visto uno). Questi si trovano (poco) a poche decine di euro e pare siano fatti bene.
Vi è poi il gruppo dei ristrutturabili tra cui molti puleggia: Lenco, Dual, Thorens 124 (molto più costoso ed ibrido, cinghia-puleggia). Su questo gruppo ci sarebbe molto da dire comunque, in sintesi: costano molto poco ma sono da mettere a posto. In generale, tutti i vintage, necessitano almeno di una risistemazione fatta come si deve.
(sperando di non annoiare, continuo tra poco con una terza puntata sulle testine)
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