mica male
Lorenzo
Amuro_Rey ha scritto:Be ma non è mica detto che grande realtà = prodotti buoni / piccola realtà = prodotti scadenti
O sbaglio ?
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO non ci credo, poveri noiAmuro_Rey ha scritto:... è ARRIVATO
matley ha scritto:visto come si fà a zozzare il tread di Petrus sulle B&W...
Come mai Petrus apri un tread sulle B&W...
petrus ha scritto:matley ha scritto:visto come si fà a zozzare il tread di Petrus sulle B&W...
Come mai Petrus apri un tread sulle B&W...
Per farvi parlare
Lorenzo
matley ha scritto:petrus ha scritto:matley ha scritto:visto come si fà a zozzare il tread di Petrus sulle B&W...
Come mai Petrus apri un tread sulle B&W...
Per farvi parlare
Lorenzo
e sai che ti dico...
chessò tornati i bimbi e stò a godè...
Ora di sopra ho i GENESIS:
propio ora 3 brano home by the sea...
mi serve per il rodaggio...
anche le mie piccine sono state ferme 2 mesetti.....
ma sentissi ora...
aircooled ha scritto:glielodico sempre di procurarsi delle chianine ed invitarci adesso cià pure l'olio nuovo favoloso
petrus ha scritto:aircooled ha scritto:glielodico sempre di procurarsi delle chianine ed invitarci adesso cià pure l'olio nuovo favoloso
oh mattley
Lorenzo
matley ha scritto:continua il rodaggio...GENESIS:
brano 6 Dreaming while you sleep....
ste B&W....
Una tappa davvero importante per il costruttore inglese, che ha visto il coronamento di molti successi, con l'introduzione in commercio di numerosi diffusori che hanno rappresentato, a vario titolo, una parte importante della storia della riproduzione musicale. Sono passati “addirittura” 40 anni dalla fondazione della Bowers&Wilkins, avvenuta nel lontano 1966 dal genio di John Bowers, un grande appassionato di musica classica e di tecnica che pochi anni prima, alla fine della seconda guerra mondiale, aprì insieme a Roy Wilkins un negozio di Hi-Fi a Worthing. Insoddisfatto della qualità dei diffusori dell’epoca, John cominciò a costruire nel retro del negozio delle casse “hand-made” di sua completa fattura, che trovarono sempre maggiori proseliti. La sua fama crebbe esponenzialmente, e tra i “fans” John Bowers trovò anche dei finanziatori che gli permisero di fondare, appunto nel 1966, la attuale B&W Loudspeakers. I primi diffusori ad essere introdotti in commercio furono i P1, costruiti con altoparlanti presi da terzi, mentre il 1970 vide l’uscita delle DM70C, la prima cassa ad essere costruita con elementi prodotti in casa. Il 1976 fu poi l’anno dell’adozione del Kevlar come materiale di costruzione per i coni, mentre il ’79 lanciò la B&W anche nel settore del professionale di riferimento, con l’uscita della prima serie di 801 che ebbe un grande successo di vendite. I primi anni ’80 furono di grande crescita per l’azienda, con l’apertura dell’università del Suono a Steyning e il lancio della tecnologia Matrix e delle Matrix 801 nel 1987. Fu poi la volta dei primi diffusori da incasso (CWM6 e CWM8) e la decisione da parte del board, di progettare e costruire delle casse di assoluto riferimento in multi-amplificazione attiva. Nacquero, così, le Nautilus, tutt’ora in produzione e per le quali ci vollero ben 5 anni di assidua ricerca. Era il 1993 e l’azienda decise di far convergere l’esperienza fatta con le Nautilus e con le Matrix 801 in un nuovo range di diffusori, le Nautilus 800, che oggi trovano il loro massimo perfezionamento nella nuova serie ‘800 dotata, nei modelli di punta, di tweeter in diamante. Questa in poche “pillole” la storia dell’azienda inglese, che si intreccia con tanti successi di pubblico e critica, sempre dovuti alla grande cura che B&W profonde in ogni prodotto sempre fedele alla filosofia di base, che è quella a cui John Bowers si ispirò, di progettare e costruire diffusori che nulla aggiungessero alla musica. Questo approccio è sempre valso alla B&W dei grandi riconoscimenti anche in ambito professionale, negli studi di registrazione, dove sono richieste prestazioni assolute ai diffusori. A partire dalle prime 801, nel 1979, la Bowers & Wilkins ha sempre rappresentato un riferimento in senso assoluto per i tecnici del suono. Sulla stessa onda molti musicisti famosi sono in possesso di una coppia di diffusori B&W, sia per uso personale che professionale. Nell’ultimo periodo si sono però moltiplicate le installazioni professionali dei diffusori Bowers & Wilkins. I leggendari Abbey Road Studios hanno deciso di aggiornare le vecchie installazioni di 801 Nautilus con le nuove 800D e parallelamente di dotare tutti gli studi di finali CAM400 della Classè, mentre la celebre Royal Opera House di Londra ha adottato i diffusori 802D per tutte le sue sale di ascolto, e parallelamente ha deciso di esporre i diffusori Nautilus nella reception del teatro. E questi sono solo gli esempi più recenti, visto che artisti come Lucas per i suoi studios o Peter Gabriel –e solo per citare due esempi-, utilizzano per tutti i propri lavori diffusori della Bowers & Wilkins e elettroniche della Classè (appartenente allo stesso gruppo). Questi sono segnali molto importanti, che ci fanno capire come la direzione intrapresa sia quella giusta e come la filosofia di base di John Bowers è stata ed è quella vincente. Del resto la B&W ha guardato sempre lontano, oltre “le montagne”. Dall’adozione del Kelvar, nel lontano ’76 (30 anni fa!) molto criticata all’epoca e che si è invece rivelata vincente, vista il felice utilizzo di questo materiale su molti componenti di attuale produzione e l’uso massivo che oramai ne fa la concorrenza. Per non parlare della tecnologia Matrix di irrobustimento del cabinet, o lo sfalsamento dei piani di emissione dei vari componenti, che la B&W praticò per prima nell’oramai lontanissimo 1976 con le DM6 che proprio per il fatto di avere il grosso woofer in posizione avanzata vennero soprannominate “the pregnant penguin”. Insomma una serie di felici intuizioni, che hanno significato e singificano un team numeroso di ingegneri capaci e sostenuti da grossi investimenti. John Bowers aveva infatti un altro grande pregio: quello di voler investire più utili possibile nella ricerca, e ciò è quello che Bowers & Wilkins fa tutt’oggi, ogni giorno, con ogni prodotto. E per non voler scomodare ancora la prestigiosa e tanto acclamata serie 800, riferimento assodato, vogliamo prendere a esempio un piccolo diffusore, il CM1, che ha delle prestazioni a dir poco miracolose se messe in rapporto alle dimensioni, e questo non lo diciamo “solo” noi, ma tutto il pubblico e la stampa specializzata che ha avuto la “fortuna” di venirne in contatto. Le CM1 sono il classico esempio dell’attuale perfezione, della sapiente alchimia tra prestazioni e costi che solo un costruttore come Bowers & Wilkins, con 40 anni di esperienza sulle spalle, può mettere in campo.
Il delfino di Air ha scritto:matley ha scritto:continua il rodaggio...GENESIS:
brano 6 Dreaming while you sleep....
ste B&W....
Una tappa davvero importante per il costruttore inglese, che ha visto il coronamento di molti successi, con l'introduzione in commercio di numerosi diffusori che hanno rappresentato, a vario titolo, una parte importante della storia della riproduzione musicale. Sono passati “addirittura” 40 anni dalla fondazione della Bowers&Wilkins, avvenuta nel lontano 1966 dal genio di John Bowers, un grande appassionato di musica classica e di tecnica che pochi anni prima, alla fine della seconda guerra mondiale, aprì insieme a Roy Wilkins un negozio di Hi-Fi a Worthing. Insoddisfatto della qualità dei diffusori dell’epoca, John cominciò a costruire nel retro del negozio delle casse “hand-made” di sua completa fattura, che trovarono sempre maggiori proseliti. La sua fama crebbe esponenzialmente, e tra i “fans” John Bowers trovò anche dei finanziatori che gli permisero di fondare, appunto nel 1966, la attuale B&W Loudspeakers. I primi diffusori ad essere introdotti in commercio furono i P1, costruiti con altoparlanti presi da terzi, mentre il 1970 vide l’uscita delle DM70C, la prima cassa ad essere costruita con elementi prodotti in casa. Il 1976 fu poi l’anno dell’adozione del Kevlar come materiale di costruzione per i coni, mentre il ’79 lanciò la B&W anche nel settore del professionale di riferimento, con l’uscita della prima serie di 801 che ebbe un grande successo di vendite. I primi anni ’80 furono di grande crescita per l’azienda, con l’apertura dell’università del Suono a Steyning e il lancio della tecnologia Matrix e delle Matrix 801 nel 1987. Fu poi la volta dei primi diffusori da incasso (CWM6 e CWM8) e la decisione da parte del board, di progettare e costruire delle casse di assoluto riferimento in multi-amplificazione attiva. Nacquero, così, le Nautilus, tutt’ora in produzione e per le quali ci vollero ben 5 anni di assidua ricerca. Era il 1993 e l’azienda decise di far convergere l’esperienza fatta con le Nautilus e con le Matrix 801 in un nuovo range di diffusori, le Nautilus 800, che oggi trovano il loro massimo perfezionamento nella nuova serie ‘800 dotata, nei modelli di punta, di tweeter in diamante. Questa in poche “pillole” la storia dell’azienda inglese, che si intreccia con tanti successi di pubblico e critica, sempre dovuti alla grande cura che B&W profonde in ogni prodotto sempre fedele alla filosofia di base, che è quella a cui John Bowers si ispirò, di progettare e costruire diffusori che nulla aggiungessero alla musica. Questo approccio è sempre valso alla B&W dei grandi riconoscimenti anche in ambito professionale, negli studi di registrazione, dove sono richieste prestazioni assolute ai diffusori. A partire dalle prime 801, nel 1979, la Bowers & Wilkins ha sempre rappresentato un riferimento in senso assoluto per i tecnici del suono. Sulla stessa onda molti musicisti famosi sono in possesso di una coppia di diffusori B&W, sia per uso personale che professionale. Nell’ultimo periodo si sono però moltiplicate le installazioni professionali dei diffusori Bowers & Wilkins. I leggendari Abbey Road Studios hanno deciso di aggiornare le vecchie installazioni di 801 Nautilus con le nuove 800D e parallelamente di dotare tutti gli studi di finali CAM400 della Classè, mentre la celebre Royal Opera House di Londra ha adottato i diffusori 802D per tutte le sue sale di ascolto, e parallelamente ha deciso di esporre i diffusori Nautilus nella reception del teatro. E questi sono solo gli esempi più recenti, visto che artisti come Lucas per i suoi studios o Peter Gabriel –e solo per citare due esempi-, utilizzano per tutti i propri lavori diffusori della Bowers & Wilkins e elettroniche della Classè (appartenente allo stesso gruppo). Questi sono segnali molto importanti, che ci fanno capire come la direzione intrapresa sia quella giusta e come la filosofia di base di John Bowers è stata ed è quella vincente. Del resto la B&W ha guardato sempre lontano, oltre “le montagne”. Dall’adozione del Kelvar, nel lontano ’76 (30 anni fa!) molto criticata all’epoca e che si è invece rivelata vincente, vista il felice utilizzo di questo materiale su molti componenti di attuale produzione e l’uso massivo che oramai ne fa la concorrenza. Per non parlare della tecnologia Matrix di irrobustimento del cabinet, o lo sfalsamento dei piani di emissione dei vari componenti, che la B&W praticò per prima nell’oramai lontanissimo 1976 con le DM6 che proprio per il fatto di avere il grosso woofer in posizione avanzata vennero soprannominate “the pregnant penguin”. Insomma una serie di felici intuizioni, che hanno significato e singificano un team numeroso di ingegneri capaci e sostenuti da grossi investimenti. John Bowers aveva infatti un altro grande pregio: quello di voler investire più utili possibile nella ricerca, e ciò è quello che Bowers & Wilkins fa tutt’oggi, ogni giorno, con ogni prodotto. E per non voler scomodare ancora la prestigiosa e tanto acclamata serie 800, riferimento assodato, vogliamo prendere a esempio un piccolo diffusore, il CM1, che ha delle prestazioni a dir poco miracolose se messe in rapporto alle dimensioni, e questo non lo diciamo “solo” noi, ma tutto il pubblico e la stampa specializzata che ha avuto la “fortuna” di venirne in contatto. Le CM1 sono il classico esempio dell’attuale perfezione, della sapiente alchimia tra prestazioni e costi che solo un costruttore come Bowers & Wilkins, con 40 anni di esperienza sulle spalle, può mettere in campo.
non capisco una cosa.........se fanno tanto schifo...........come mai le usano agli abbey road studios e alla royal opera house e piacciono pure a peter gabriel? ..........un saranno mica tutti sordi?!
Il delfino di Air ha scritto:non capisco una cosa.........se fanno tanto schifo...........come mai le usano agli abbey road studios e alla royal opera house e piacciono pure a peter gabriel? ..........un saranno mica tutti sordi?!
aircooled ha scritto:glielodico sempre di procurarsi delle chianine ed invitarci adesso cià pure l'olio nuovo favoloso