fil ha scritto:Incollo ciò che mi scrive Peo, dopo aver letto:
"ho letto con interesse, grazie!
sono onorato di cotanti
commenti.. e che dire, mi pare che il tuo amico abbia colto un aspetto giusto e importante, ovvero l'esigenza di separazione in funzione dell'idea compositiva...
in poche parole, tu ben sai quanto la musica di bach e la concezione contrappuntistica in genere influenzi il mio modo di scrivere, allora al fine di rendere il più "leggibili"
possibile le diverse voci che si intersecano e dialogano (vedi in particolare per esempio il brano "poi passa" da te prediletto, in cui ogni strumento porta avanti una voce ben precisa che "poi passa" agli
altri) ritengo anch'io che la scelta di carlo cantini, rafforzata anche dall'intervento di tonino miscenà nella medesima direzione sia da condividere... fermo restando l'apprezzamento e il rispetto per qualunque critica costruttiva!
abbraccione
P"
Nei mesi scorsi sono stato presso le 2 manifestazioni Sintonie Musicali e Bacco Tabacco e Vinile.
Ho avuto modo di incontrare i 2 amici Lincetto e Ricci, che proponevano l'ascolto dei loro lavori.
Mi ha colpito il comune desiderio di ottenere il massimo dalla ripresa e dal master dell'evento audio.
Ma il fatto piu particolare era dato dalla descrizione della ripresa, dove il posizionamento dei microfoni e'per entrambi fondamentale per ottenere un determinato risultato all'ascolto. Descrizione con dovizia di particolari nel caso dell'ultimo lavoro del Lincetto, dove il posizionamento del microfono del clarinetto e'stato "un compromesso" tra l'effetto di realismo, e il disturbo del soffio dell'esecutore dato dal continuo insufflare nello strumento. Soffio chiaramente percepibile in fase di ascolto ma compromesso per ottenere una corretta localizzazione e dimensione dello strumento nello spazio.
Unico fatto concreto e comune a Ricci e Lincetto, e'dato dal fatto che entrambe realizzano nei loro lavori riprese "live" dove gli artisti suonano in diretta tutti insieme. Quindi la localizzazione degli stessi all'interno della scatola sonora e'data fondamentalmente dai posizionamento dei microfoni principali, aiutati in alcuni casi da altri di "ambienza". Mentre in incisioni e riprese effettuate in differita, viene ricostruito artificialmente un'ambienza virtuale inesistente, magari apprezzata da tutti perche'canonica e quindi scontata, ma pur sempre "inestistente e puramente virtuale".
Amando il suono della chitarra e avendolo registrato alcune volte dal vivo, merito di un amico artista che Peo dovrebbe conoscere. Ovvero Massimo Alvitti, fantastico chitarrista, ho potuto provare di persona come cambiasse il suono e la dimensione della chitarra in base al posizionamento del microfono.
Sono contento di avere colto lo spirito del tecnico del suono nel proporre nel disco di Peo una "ambienza" particolare piu che una localizzazione formale degli strumenti. Risultato ottenuto a prescindere dalla scolasticita' o meno dell'incisione.
Un giorno non nascondo avrei il piacere di ascoltare Peo dal vivo e magari registrarlo....;)))
Buoni ascolti!