Beh ragazzi.... qui siamo al vero vintage!
Premetto: per i giradischi, io amo gli oggetti moderni.
Credo fermamente che la meccanica abbia fatto passi enormi avanti e che la cosa si avverta bene all' ascolto.
Credo che molti problemi che si sono evidenziati col tempo sono stati risolti (in quanto ci si è accorti della loro esistenza), credo infine che a metà degli anni 80, con l' arrivo del CD, i costruttori di giradischi, che prima non facevano ricerca (erano pochi, vendevano un botto, salvo 2 marchi in croce ti davano un oggetto sano senza pretese) si sono buttati tutti a tentare di fare oggetti migliori con cui combattere il CD.
Questo premesso, ci sono oggetti vintage che per me, sono bidoni, nel senso che magari son ben costruiti, pesano x kgs, sono solidissimi etc etc..
ma per me non hanno significato nulla. Nessuna innovazione vera apportata (a parte qualche chilogrammo in più...)
e poi ci sono oggetti che nella loro apparente semplicità, nascondono vera innovazione e ricerca (non quella fatta coi CAD o PC, ma quella fatta con riflessione, intuizione e tentativi.
Quella, che devo ammettere, io preferisco...
Il marchio di questo gira come tutti sanno è un puleggia anni 40 che permette per la prima volta di variare le velocità da 33 a 45 a 78 senza cambiare la puleggia.
Il rondine/BH12, discendente del 16 (fine anni 40) e dell' antesignano LP 743 (se non sbaglio la sigla) è un oggetto, per chi ama il vintage, davvero intelligente (per me, altro che certi oggetti...
incensati)
Comunque il tipo di vintage che, a mio parere, ha qualcosa di veramente interessante da dire.
Un motore degno di questo nome... forse un pelo di vibrazioni (per questo e non solo, un plinto molto molto generoso e ben sospeso/isolato è utile).
Fino ad oggi ho avuto modo di ascoltarne solo un paio, devo dire che non ho mai avvertito (tranne che avvicinando l' orecchio in posizione di sicuro non normale di ascolto della musica) rumorosità della puleggia.
Ma quello che a mio avviso ha un significato importante per questo oggetto è l' innovazione dei bracci che siano il 129, il 160 o il 220, va ricordato che in pratica sono questi bracci i primi che che adottano un sistema primitivo di bilanciamento dinamico e di "meccanismo di antiskating" funzionante con testine ceramiche/piezo solo stereo.
Fra l' altro, sarebbe bene ricordare anche che proprio questi portarono la Gray alla ricerca di un braccio meno complicato (i cuscinetti cardanici d' allora avevano tolleranze elevate ed un "chiacchiericcio" elevato), più "veloce" e "dinamico" perciò si inventarono il primo unipivot (copiato subito dopo, come sempre, dai Giap della Velvet, oggetto che non vale una cippa)....
Sakuma usava un Gray in mono proprio con un ROK Lp743 e lo considerava bellissimo, a dire il vero poi si è "modernizzato" verso un Dyna (credo 505) su Garrard 401
...
Comunque, come detto, se proprio dovessi pensare ad un oggetto da collezione, io il ROK lo terrei in massima considerazione proprio per le idee nuove che ha portato.
Pietro