piroGallo ha scritto:
Eccome se interessa! Magari anche solo come link per non appesantire troppo l'occupazione di banda del forum.
Ad essere sincero, ora non saprei come e dove appoggiarmi per "depositare" le lezioni.
Tra l'altro, di scritto non c'è molto: solo una traccia che mi serviva per non perdere il filo, dal momento che le lezioni erano
piuttosto discorsive e l'elenco dei brani da far ascoltare.
Tanto per dare l'idea, nel primo incontro (tenete presente che i partecipanti erano adulti, spesso insegnanti di scuola
media o superiore) partivo dalla competenza comune sfatando il pregiudizio di chi diceva: - io di musica non ci capisco
niente.
Bastava suonare una semplice melodia, tipo DO RE MI FA SOL, SOL LA SOL FA MI RE REEEE.
Tutti capivano che la frase era rimasta in sospeso, che occorreva, dopo il RE, suonare il DO per sentirla conclusa.
Perchè questo? Perchè tutti noi siamo nati e cresciuti in quel brodo primordiale che è il sistema tonale, sistema che
prevede una gerarchia tra i suoni, nel quale qualcuno è più importante di altri e attira a sè, come una calamita, qualunque
linea melodica. Ecco allora che occorreva illustrare la "stranezza" della nostra - occidentale - scala musicale, che tra tutti i suoni possibili
(pensate alla sirena) ne sono stati scelti 7 entro l'ottava con una sucessione di toni e semitoni del tutto arbitraria. Altro
piccolo esempio per dimostrare che anche senza aver studiato armonia si è in grado di comprenderne la sintassi: un
semplice giro di accordi come DO magg. FA magg. SOL magg dà la stessa impressione di incompiuto della melodia
che si fermava sul RE. come se dicessi : Domani vado a.
Ma perchè la scuola, quelle poche volte che si è occupata di musica, ha tormentato gli allievi col solfeggio invece di
fornire nozioni elementari di armonia? Che tra l'altro è ben più interessante perchè permette di capire cosa passa per la
testa del compositore quando lavora a un brano. Il motivo melodico, il tema possono venire anche dal cielo, ma il vero
lavoro è come congegnare la sequenza armonica, come concatenare un accordo con un altro, come tornare alla tonalità
principale quando con una serie di modulazioni ci si è pericolosamente allontanati. Naturalmente esistono dei cliché,
schemi che aiutano il compositore a condurre con logica l'andamento armonico del pezzo. Pensate a Vivaldi, che sfrutta
a ogni piè sospinto un giro di quinte (e qui dovrei farvelo sentire suonando in successione DO magg Fa magg SIb magg
Mib magg ecc...), cosa che ha fatto dire a Stravinsky che Vivaldi aveva composto 400 volte lo stesso concerto...
Mi rendo conto di aver già usato qualche termine un po' tecnico, come modulazione, giro di quinte... qui non è il caso di
dilungarci: basta un libro come "La grammatica della musica" del Karolyi
http://tinyurl.com/84hno3d
o meglio ancora, "Come ascoltare la musica" del compositore americano Aaron Copland
http://tinyurl.com/7ju9be2
o anche "Capire la musica" di Gino Stefani
http://tinyurl.com/79aw4p5
per farsi un'infarinatura. L'ideale sarebbe avere anche a disposizione una tastiera per sentire gli esempi proposti dai
libri.
Dopo questa introduzione passavo all'ascolto di un brano che avesse tutte le caratteristiche per una analisi chiara del
ritmo, della melodia, dell'armonia e della forma e, last but non least, che commuovesse gli ascoltatori. Ma di questo,
sempre che non vi annoi, ne parlerò alla prossima.
ciao
Giacomo