IL BACHIANO ha scritto:
Lo amo, eccome! E l'imprinting l'ho avuto proprio con la FOLLIA (nel senso dell'ultima sonata dell'OP.5) che però avevo sentito nella versione orchestrale di Geminiani. Sulla Follia ho passato anni di studio (dell'op. 5 esiste la trascrizione per flauto dolce) ammirando chi - Bruggen per primo - l'aveva affrontata con esiti favolosi. Per chi volessa approfondire il tema della follia, ecco un sito che più completo non potrebbe essere.
http://www.folias.nl/
Migliaia di autori se ne sono impadroniti. Anni fa l'amico Mario Martinoli, cembalista, mi ha rivelato una sua scoperta: la Follia si trova anche nella Quinta Sinfonia di Beethoven. Chi la trova?
Le opere, lo sai meglio di me, sono poche (almeno quelle pervenute) e non è difficile procurarsi l'opera omnia. Nessun altro compositore, che io sappia, ha così ben curato la sua produzione, passando anni a limare e rivedere le sue opere fino a consegnarci un corpus praticamente perfetto.
Per le sonate da Camera e da Chiesa suggerirei il London Baroque su CD Harmonia Mundi, per l'OP. Terza l'Ensemble Aurora con Enrico Gatti.
L'op. Quinta mi sembra magistralmente interpretata da Montanari e Dantone, mentre per i Concerti Grossi, la mia preferenza, più che al bravo Fabio Biondi con L'Europa Galante, va incondizionatamente a quel genialaccio che risponde al nome di Federico Maria Sardelli. Ho avuto modo di conoscerlo di persona: spirito eclettico quant'altri mai. Esperto di Vivaldi (ha dato inizio alla riscoperta del teatro vivaldiano), ottimo concertista di flauto dolce, compositore in stile barocco, redattore di battute e vignette del foglio satirico IL VERNACOLIERE, ha curato una sua riedizione dei Concerti Grossi immettendovi anche i fiati (dal flauto dolce all'oboe, dal fagotto alle trombe). Il risultato è straordianrio, a mio parere, e rende bene quella solennità e potenza che ai tempi dovevano esprimere questi concerti se diamo credito alle cronache che ci parlano di centinaia di esecutori. Un doppio cd uscito per Amadeus che ascolto sempre con piacere.
ciao
Giacomo
Anch'io conosco le opere di Corelli mediante gli stessi interpreti.
Mi piace moltissimo tutto il Corelli di Gatti, non solo l'Opera terza ma anche l'Opera Quinta, che in parte preferisco anche all'edizione (bellissima) Dantone/Montanari: il taglio di questi ultimi è giustamente "concertistico", ma l'approfondimento del fraseggio, il lirismo, i ripiegamenti malinconici dell'opera V eseguita da Gatti sono a tratti veramente splendidi.
Posseggo per i Concerti grossi sia un disco Hyperion per la direzione di Goodman (che a me sembra ottimo):
... sia l'edizione di Sardelli di cui parli. Pubblicata su Amadeus - non so se ancora acquistabile in quel contesto - è stata registrata e viene pubblicata dalla ottima Tactus:
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La stessa Tactus aveva tempo fa pubblicato una ampia selezione delle opere I-V sempre eseguite da Gatti, ed ora in parte fuori catalogo.
Non conosco invece il London Baroque (proverò ad approfondire) e non ho mai incontrato integrali veramente soddisfacenti di Corelli, ad esempio la buonissima edizione Brilliant ha i due torti molto gravi di tempi sempre inesorabilmente spediti ed assoluta mancanza di ogni diminuzione, cosa quest'ultima assolutamente assurda secondo me nella esecuzione di opere per violino dell'epoca.
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Di Leonhardt ricordo la fede incrollabile nell'approccio filologico alla musica antica emersa in molte interviste, e l'onestà intellettuale di molte esecuzioni, sempre estremamente pertinenti al testo, anche se l'atteggiamento dominante era di preferire il taglio alla variazione dei ritornelli. Forse non è tra tutti i musicisti quello che automaticamente mi portava ad entusiastici consensi, ma ricordo come splendide varie sue interpretazioni. Le Partite di Bach ad esempio, veramente sotto le sue dita un limpidissimo affresco astratto di puro suono ma ammorbidite da un fraseggio "cantante", malinconico, umanizzato.
Ma la cosa più bella del musicista era veramente, come dice Emanuele, l'umiltà da grande artigiano della musica.