ema49 ha scritto:Una strada quasi obbligata..hai nominato Musica Antiqua Koln e quindi Goebel, Arte della Fuga e Offerta musicale (per me la migliore interpretazione): ne vuoi parlare? Così mi rilasso dal pesante lavoro di oggi.
Ci provo: vado a memoria perchè se dovessi scorrere anche solo un po' le varie edizioni che mi ritrovo, comincerei a
scivere dopo il disgelo...
L'Arte della Fuga della MAK per me è stata una folgorazione. Provenivo da ascolti poco stimolanti. All'inizio ci fu Karl
Ristenpart in una versione orchestrale curata da Winschermann. Registrazione del 1963. E ho detto tutto. Seguirono
Walcha all'organo e poi, nell'edizione della Musica da Camera della Telefunken Tachezi, sempre all'organo. Si può
immaginare la rivelazione che comportò l'interpretazione di Goebel: finalmente il contrappunto liberato dalla rigidità
dinamica dell'organo e non solo. Ora il brano non appariva più quell'arido seppur magistrale saggio di fuga come quasi
sempre è stato classificato. Era musica viva, musica che, contappunto dopo contrappunto metteva le ali. Già al secondo,
l'inserimento del ritmo puntato alla francese, dona al brano un andamento quasi di danza, ripreso poi al VI.
Goebel e compagni hanno tolto quella crosta di scolastico che per l'addietro mi aveva tenuto lontano dall'opera. Il
contrapunctus IV è il mio preferito: così bello nel suo cromatismo e nei suoi rimandi a eco tra le varie parti. Ricordo che
Goebel lo esegue a velocità molto sostenuta evidenziando le sincopi e dando al brano una compattezza che non trovo in
altri.
Sempre a Goebel devo la migliore versione dell'Offerta musicale e delle 6 sonate per violino e clavicembalo. La pur
volonterosa Alice Harnoncourt affiancata dall'illustre marito non mi aveva entusiasmato nella già citata edizione dellla
Kammmermusik della Telefunken. Tutto a posto, naturalmente, ma mancano quei guizzi geniali che spesso ci dispensa
Goebel.
Nel tempo si sono aggiunte molte altre interpretazioni (dell'AdF), ma due in particolare mi sembrano notevoli. Quella di
Savall, in primis, il quale decide di affidare ora a un quartetto di fiati, ora agli archi i vari contrappunti. La scelta dei fiati
(cornetto, oboe da caccia - un caro vecchio amico quale Paolo Grazzi, trombone e fagotto) conferisce ai brani
un'atmosfera severa e calda, antica e duttile nel fraseggio. Altro momento di gran piacere sono i due contrappunti a 3 a
specchio (XVI) dove prima l'inversus viene suonato dalgi archi mentre il rectus da cornetto, dall'oboe da caccia e dal
fagotto. Ogni volta questo brano mi lascia esterrefatto per come si sia raggiunta una incredibile cantabilità nonostante i
ferrei vincoli dovuti alla struttura rigidamente a specchio delle parti. Per chi avesse questa edizione dell'Astrée in CD,
siamo alla traccia 4 del cd 2.
Un accenno a una "molto" particolare versione dell'AdF. si tratta di una trascrizione per flauti dolci (e tte pareva! ) curata e
suonata dal Loeki Strardust Quartet.
http://inkpot.com/classical/bachfuguealsq.html
Gli strumentisti potete vederli qui alla prese con Vivaldi
https://www.youtube.com/watch?v=0Rccp8KcpyI
Il primo a sinistra è Daniel Bruggen, nipote del grande Franz.
E' una versione che si lascia apprezzare per la pulizia con cui vengono delineate le varie voci: la dinamica è quella che è
ma, come per il clavicembalo, si sopperisce egregiamente con un fraseggio appropriato.
Saluti
Giacomo