Sono molto contento che a Massimiliano sia piaciuto il concerto! E - come previsto - anche lui ha notato l'assoluta artefazione, sopratutto timbrica, di molte registrazioni di classica. Con particolare risalto dato alla brillantezza del tutto fasulla che molte registrazioni attribuiscono al violino....
Ho letto molto con interesse poi le osservazioni di Emanuele e di Pirogallo. Non sono in disaccordo con nessuno dei due, a parte forse pochissime sfumature. ma secondo me c'è una ulteriore complicazione. E come sempre riguarda la differenza tra generi amplificati e generi acustici. E quindi secondo me abbiamo due discorsi parzialmente diversi.
1. Nel caso dei generi amplificati, quindi contemporanei, non ci sarebbe nessun motivo per cui in casa non si possa godere di un suono molto simile a quello della sala da concerto. Fermo restando che il nostro ambiente di ascolto non può suonare come una sala da concerto per ovvi motivi dimensionali, basterebbe avere impianti di riproduzione lineari come gli impianti professionali (come estensione in frequenza, distorsione, dinamica) e tararli in funzione della sala d'utilizzo o in fase già progettuale, o in fase di equalizzazione digitale. Il problema è che ci vorrebbero anche registrazioni non compresse in dinamica e costruite con le stesse metodologie con cui viene "costruito" il suono dal vivo (giacché il suono della musica amplificata dal vivo è costruito come quando è registrato, visto che passa comunque da un mixer), invece di inventarsi tante baggianate superflue (e magari invece di pensare alla riproduzione con l'MP3).
Una grossa vicinanza all'evento dal vivo con i generi contemporanei amplificati è quindi perseguibile a mio parere, ma si scontra da un lato con le diavolerie che si inventa chi i dischi li produce, dall'altro con un birignao audiofilo che parte dalle aziende produttrici, rimbalza sulle riviste audiofile, intasa le teste degli "audiofili" e ritorna riamplificato alle ditte produttrici producendo un circolo vizioso che porta ad un suono che segue una strada - rispetto a quella perseguita da chi la musica la fa da vivo per mestiere - del tutto difforme dall'evento live. E qui sono del tutto d'accordo con Pirogallo.
Ma se ci si libera da una tonnellata di sovrastrutture imposte dal mercato e dall'audiofilia (e ci procacciamo registrazioni ad alta dinamica nonartefatte timbricamente), il suono non diciamo "uguale al reale" ma "realistico" è perseguibile, in qualche misura. Riproduciamo musica amplificata con un sistema riproduttivo amplificato. La riproduzione si fa con gli stessi mezzi della prodzione dell'evento sonoro nel concerto dal vivo.
2. Nel caso dei generi musicali non amplificati, la musica classica, siamo comunque la vogliamo mettere nella cacca. Perché nel momento in cui ho messo un microfono davanti ad una orchestra e l'ho registrata senza equalizzare né toccare nulla di dinamica, ho già prodotto un suono che non ha niente a che vedere con la realtà sonora dell'evento dal vivo. Dal vivo, nella musica classica, il microfono non c'è, non c'è un amplificatore che amplifica il suo segnale, non c'è un diffusore. Non è possibile in alcun modo riprodurre e registrare un suono acustico senza alterarlo in maniera più o meno sostanziale. Il suono registrato di un evento acustico è - intrinsecamente ed inevitabilmente - una copia difforme dall'originale che si sta cercando di "fotografare".
Il suono registrato di strumenti acustici sta al suono reale degli strumenti acustici come le immagini del cinema stanno alle immagini reali del mondo che ci circonda. Confrontiamo una immagine che ci giunge senza intermediari (la realtà) con una immagine che ci giunge attraverso una intermediazione tecnologica (il cinema). E' molto diverso che nel caso della musica rock: in quel caso il reale a-tecnologico non esiste, perché il reale (l'evento live) è esso stesso frutto di una intermediazione tecnologica (il mixaggio, le amplificazioni dei concerti live, gli impianti di diffusione dei concerti live).
Se comprendiamo questo comprendiamo che un impianto che riproduce la musica classica è come un film che riproduce il tramonto. Noi guardando il film, se la fotografia è bella, possiamo anche godere di una grande suggestione visiva, ma inevitabilmente ed indissolubilmente il tramonto che vediamo al cinema è ben altra cosa da un tramonto reale. Mettere tra gli occhi ed il tramonto un obiettivo ed una pellicola significa perdere inevitabilmente la realtà e doversi inventare una evidenza visiva che può essere gratificante comunque visivamente ma non può che essere altra cosa dall'evento che raggiunge l'occhio senza mezzi tecnologici interposti. Se siamo bravi, l'evento registrato e riprodotto sarà verosimile, quindi ci fornirà un bagaglio di emozioni e ci coinvolgerà. Ma anche se siamo bravi la fruizione diretta di questa musica che viaggia dal vivo diretta tra strumento e orecchio senza amplificazioni e diffusori sarà sempre, inevitabilmente, un'altra cosa.
Almeno finché non riusciremo a costruire il microfono perfetto (banda passante infinita, rumore di fondo zero, clipping inesistente, distorsione zero, ecc. ecc.), l'amplificatore perfetto (idem come sopra), il diffusore perfetto (idem come sopra).
Nel caso della musica rock io non ho bisogno di questi strumenti perfetti. In quel caso basta che io abbia un microfono per la registrazione di qualità analoga a quella dei microfoni usati nei concerti, un mixer di qualità analoga a quello usato nei concerti (e usato con gli stessi criteri), una amplificazione analoga a quella usata dai concerti, dei diffusori di qualità analoga a quella usata nei concerti. Tutte cose ottenibili già oggi, purché si abbia un portafogli abbastanza fornito (ed anche meno di quello che si pensa, che in HI-Fi si compra prodotti qualitativamente inferiori a prezzi molto più alti di vari sistemi professionali validissimi).
Quando poi a questa impossibilità tecnica (registrato come musica acustica dal vivo) si sommano i birignao audiofili e dei tencici del suono, poveri noi! Impanti con violini come trapani elettrici al fulmicotone e con gamma alta da tastiera elettronica, iperradiografia di ogni strumento ottenuto magri con ripresa multimicrofonica (in fase di registrazione) o con una secchezza ed asciuttezza timbriche assurde (in fase di riproduzione), scena acustica di profondità monumentale, e chi più ne ha più ne metta.
Noi che siamo appassionati di musica classica non potremo mai vedere riprodotto un tramonto come se fosse quell'evento reale che noi tanto amiamo, facciamocene una ragione, dovremo accontentarci di una imitazione che abbia in sé un almeno un buon livello di naturalezza e godibilità. Però, perbacco, forse potremmo ottenere di vederlo comunque in maniera esteticamente accattivante e al contempo realistica. Che anche al cinema, il tramonto non sarà come dal vivo, ma vivaddio almeno tocca le tonalità del rosso!