Ecco a voi il paragone promesso fra la Vérité Closed e la Sony MDR-Z1R
Due disclaimer:
- Sulla VC ho usato gli Auteur pad, che - come avrete letto precedentemente - sono quelli più rilassati/V-shaped sulle medie frequenze. Questo per rendere le variabili più simili alla Sony, che ha quel tuning di base. Per questo anche i cavi sono praticamente uguali, due Invictus in argento.
- Come amplificazione ho usato esclusivamente il Benchmark (= è quello che scalda meno ah ah), con altri abbinamenti si possono ottenere ovviamente dei risultati leggermente differenti, ma penso sia interessante evidenziare le differenze oggettive che emergono da condizioni "neutre".
- Presentazione e soundstage.
Qui c'è la prima netta differenza, entrambe sono ottime come ariosità per essere cuffie chiuse, ma la VC è di una spanna superiore nelle caratteristiche di ambienza. Il palcoscenico della Z1R è abbastanza tradizionale, semi-sferico di fronte a te, con uguale dimensione sui tre assi.
La VC, come accennato anche nel confronto con la sorella aperta, ha la stessa percezione in altezza e profondità della Sony ma è incredibilmente più dilatato in larghezza, la vastità in laterale del palcoscenico è qualcosa che rivaleggia con le migliori aperte. Questo non vuol dire che hai suoni "sparati" lateralmente in modo innaturale, ma che c'è una scala di separazione e distribuzione dei piani sonori di alto livello. Anche separazione strumentale e imaging sono facilmente appannaggio della ZMF.
Questo soundstage più compatto porta la Sony a una maggiore vicinanza degli esecutori, è leggermente più "forward", se vogliamo ha una sensazione più tattile (ma, ripeto, i cuscinetti Universe consentono di spingere la VC in questa stessa direzione, essendo più energici e presenti, pur perdendo leggermente spazialità).
- Bassi
In questo parametro la Sony è una campionessa. La VC non è certo avara nel dispensare frequenze basse sia in qualità che quantità, scendendo anche molto profonda, è assolutamente impeccabile in senso assoluto. Semplicemente, il driver da 70mm della Sony fa cose che sono una grande membrana può fare, a prescindere da qualsiasi trucco di accordatura. Parlo in particolare di texture e risoluzione, che nella Z1R non temono alcun rivale in nessuna fascia di prezzo, soprattutto perché si abbinano a un punch che solo un driver dinamico può infliggere ai malcapitati timpani dell'ascoltatore.
In particolare in Man of the People di Steven Wilson, all'inizio ci sono dei colpi di timpani sintetizzati, alternati fra una nota più lunga e una più corta, una finezza che si nota poco con impianti non all'altezza, ma che con la Sony sono non solo palesi ma resi con sfumature sorprendenti.
- Medie
Anche qui c'è un netto vincitore e questa volta parliamo di ZMF. Del resto credo che i medi siano il principale tallone di Achille in casa Sony, che di per sé non sono di basso livello o con brutta tonalità, pur se abbastanza levigate. Il problema è dato dalla velocità del driver, probabilmente maggiore inerzia rispetto a quello ZMF, il risultato è che nei passaggi congestionati la Sony è più confusa, più impastata nei grappoli di note, dove invece la ZMF offre maggior pulizia, risoluzione e dettaglio senza perdere il "bite" di strumenti volutamente distorti e aggressivi. Questo mi porta a notare anche un altro particolare, la Sony suona in modo piacevole a qualsiasi volume, nella ZMF cresce invece il godimento aumentandolo, sia perché appunto resta molto nitida e precisa pur aumentando l'energia, sia - forse!! - perché ha una calibrazione fatta per raggiungere l'optimum a volume realistico, mi pare che anche in casa Spirit Torino si faccia qualcosa di simile.
- Alti
Qui più precisamente dovrei parlarne partendo dai medioalti. Come vedete dall'immagine è la parte dove c'è la principale differenza di tuning, le due cuffie hanno un picco dove l'altre è estremamente più controllata, la Sony a 3 kHz mentre la VC a 5,5 kHz.
L'effetto è particolarmente evidente con le voci femminili, curiosamente molto ben rese in entrambi i casi, ma per motivi differenti. Il picco più in basso della Sony aggiunge una presenza molto avanzata, un bel corpo alle voci; la ZMF è un filino più esile ma compensa con superiore chiarezza, microdettaglio, sfumature, se vogliamo è anche più incline alle sibilanti, che la Sony controlla meglio ma appare decisamente più "muted".
E' evidente questa differenza anche in un pezzo di piano solo, come una sonata di Mozart di Vikingur Olafsson che ho testato, dove il piano aveva certamente una superiore ricchezza di armoniche e di ambienza nella ZMF.
A frequenze superiori le due cuffie tornano a essere molto simili (fin dove arrivano le mie orecchie prosciuttate, come direbbe qualcuno).
In definitiva la ZMF risulta tutto sommato una cuffia tecnicamente superiore e più "generica" come destinazione d'uso, in casa Sony hanno optato per un prodotto più settoriale e caratterizzato. La Sony ha la sua ragion d'essere in musica bass-heavy, ma anche in tutta una pletora di generi in cui il suo tuning rilassato ma con eccellente presenza in basso e alto viene messo in luce, come elettronica, pop, ma anche jazz grazie alla sua buona tonalità. In casa ZMF è decisamente più indicato il rock e generi più pesanti, stante il grande controllo nonostante l'energia proposta, l'acustica per la bellezza dei medi, ma anche tutta la musica sinfonica data la maggiore stratificazione, l'ampiezza ambientale e quindi il discernimento delle diverse sezioni dell'orchestra.