Mi sento di affermare però che nella musica classica in genere (sinfonica, operistica e da camera) la cuffia rende al massimo; regala vere e proprie emozioni!
E ne sono ben contento!! (Faurè-Requiem-Telarc - R. Shaw / Atlanta S.O.) - (Saint-Saens-Maisky/Hovora- DG).
Mi colpiscono i decadimenti che si apprezzano lunghissimi (lenti o meglio durevoli) fino all'ultimo stadio del silenzio che è nero puro e dà risalto a strumenti e voci come fossero punti luminosi in un cielo terso stellato. I riverberi ed effetti ambiente insiti, evidentemente, nella registrazione, ma mai percepiti così nettamente, conferiscono il più credibile realismo ed emozione da evento live (Beethoven 2&4 piano concertos-Pletnev/ Russian N.O.-DG) che coinvolge ed entusiasma al punto da dimenticarsi di avere indosso una cuffia. La bilateralità destra/sinistra è superata; non necessario infatti il ricorso al filtro cross dell'ampli. Predomina una timbrica che definirei, invero poco tecnicamente, giapponese...(la mente ripercorre evocativamente le affascinanti ed indimenticabili esperienze con Sony R10, CD3000 e SA5000 o la Ath L3000 e Ad2000, ma forse qui subentra un condizionamento di tipo psicologico-affettivo non comportato da elementi oggettivi...ma restiamo pur sempre tutti noi degli esseri umani, per fortuna, e le esperienze si vivono con tutto noi stessi: anima e corpo...). E comunque è il senso armonico dell'equilibrio che convince e coinvolge appassionando l'ascoltatore. Senso del corpo e della pienezza che si alterna, a seconda della circostanza, alla più setosa eterea chiarezza ed intelligibilità in gamma super acuta. Mai sibilanti - se non presenti nella registrazione - (ritrovo il meglio della hd800 depurata da certe sue criticità) o sguaiatezze di sorta, ma garbo ed equilibrio che rifugge ogni eccesso (Buena vista social club WCD050). Grande senso della dinamica, probabilmente agevolato dalla facilità di pilotaggio da parte dell'ampli. Il McIntosh (Mha 100) sembra infatti aver quasi incrementato le sue potenzialità e riserva di potenza.
L'ascolto si svolge mediamente con la manopola del volume intorno al 30/35% della scala e con gli aghi degli occhioni blu che ne attestano il corretto livello di uscita. Direi quindi che l'interfacciamento con l'ampli non sembra essere un problema per la Pioneer SE-MASTER1.
Ho anche la netta sensazione che un abbinamento con amplificazione a tubi di adeguato ( e quindi eccelso...) livello, possa risultare particolarmente sinergico, in forza soprattutto della neutralità tonale della cuffia che ben si sposerebbe con in minimo di "carattere valvolare".
Nonostante la cuffia sia stata scelta come strumento di lavoro per studi di registrazione, le sue caratteristiche la pongono, a mio sommesso parere, tra i migliori oggetti da musica mai realizzati (Oregon-Northwest Passage).
Direi probabilmente tra le prime 6/7 cuffie attualmente disponibili sul mercato (ovviamente è solo una mia supposizione). Sicuramente tra le prime 4/5 delle innumerevoli cuffie da me possedute in 35 anni di ascolti in solitario. E, peraltro, tra queste non è la più costosa. Questa cuffia, uscita poco più di un anno fa, è la dimostrazione che la primordiale tecnologia dinamica, è in grado di dire la sua tutt'oggi al cospetto delle più sofisticate planari ed elettrostatiche...alle quali si affianca senza alcun "complesso di inferiorità " o "timore reverenziale"!
Mi riferisco per esempio anche alla Stax 009 con la quale ho potuto familiarizzare per un lungo periodo...
Può essere che il "made in japan" di alta classe stia dando la sua risposta ai competitors cinesi, americani ed europei, in punto cuffie flagship...(si parla, proprio in questi giorni, anche della nuova Sony mdr-z1r...) Il soggettivo fascino che personalmente provo nel sapere di un prodotto che scaturisce dalla più alta tradizione nipponica d'hoc nel settore delle cuffie, nel quale ben si sposano i processi costruttivi e tecnologici industriali e la preziosità della mano dell'uomo, me la fa amare con intensa passionalità. Insomma uno strumento che si è fatto desiderare prima, fin dall'idea di averlo trovato in commercio, e poi apprezzare pienamente e sorprendentemente, una volta posseduto. Un oggetto non fatto per essere venduto, ma pensato per essere comprato...(come disse un mio caro amico audiofilo). Spero di essere riuscito a trasmettere al lettore interessato un minimo di contenuto oggettivo e descrittivo della cuffia, ma anche il mio soggettivo coinvolgimento emotivo che trova giustificazione solo in quell'irrefrenabile desiderio di divertimento e coinvolgimento emotivo che è parte determinante nella mia natura umana al pari di quella del cuffiofilo che è in me, conservando almeno in questo aspetto, il ragazzo appassionato dei lontani anni 80 che questa cuffia ha potuto farmi riassaporare con edificato spirito.
È un tipo di esperienza che auguro a tutti!
Sistema utilizzato:
Cd player Symphonic Line Belcanto (uscita analogica rca)
Amplificatore McIntosh Mha 100 (ingresso analogico sbilanciato)
Cavo segnale Kubala & Sosna Emotion rca (cavo riacquisito in versione rca, in onore alla Pioneer)
Cavi alimentazione Symphonic Line sul cd player
Kimber sull'ampli
Filtro rete Symphonic Line
Orecchie: l'unico paio in mio possesso, ahimè da 55 anni....purtroppo.
Immagini visibili qui:
https://www.ilgazeboaudiofilo.com/t31120-un-altro-riferimento-pioneer-se-master1
Ultima modifica di fil il Dom Ott 23 2016, 17:09 - modificato 3 volte.