Chi conosce e apprezza «The Lexicon of Love» degli ABC, album simbolo del pop anni '80, sa bene che non è facile ascoltarlo sia su vinile che su CD originale dell'epoca. L'eccesso di riverbero applicato e un basso di scarso impatto lo rendono faticoso e stressante per le orecchie ed è un peccato perchè per gli arrangiamenti originali avrebbe meritato un trattamento migliore. A nulla vale poi smanettare con toni ed equalizzatori: l'equilibrio timbrico migliora leggermente ma il maledetto eccesso di riverbero, vera iattura che ha funestato quasi tutto il decennio degli '80, è sempre li a infastidire. Il pessimo remaster del 1996 poi non ha fatto altro che peggiorare la situazione con una compressione elevata: il risultato è semplicemente terribile se ascoltato su impianti appena decenti.
Per fortuna la Deluxe Edition del 2004 dimostra come sia possibile, agendo con equilibrio ed intelligenza, rimasterizzare non per deturpare ma per restituire nuova luce a master non troppo eccelsi.
La gamma bassa adesso è finalmente in risalto e dotata dell'impatto necessario al genere. La voce è molto più a fuoco e presente mentre suoni e strumenti hanno beneficiato della evidente riduzione del riverbero, cessando di sovrapporsi l'un l'altro e risultando così distinguibili. Di conseguenza l'ambiente virtuale non è più inutilmente enorme e dilatato tanto da sembrare un canyon americano ma presenta le giuste dimensioni atte a far da cornice ai suoni. E si comprende anche il perchè dell'eccesso di riverbero applicato originariamente alla registrazione: tentare di mascherare una povertà armonica pressochè totale spettacolarizzando il suono.
Comunque sia, il risultato è tale da lasciare stupiti e un po' arrabbiati pensando a quante occasioni si sono perse di rimasterizzare decentemente i nostri amati album. E c'è da segnalare che altre Deluxe Editions non hanno sortito gli stessi effetti (ad esempio gli ABBA). Nel frattempo però che l'industria discografica si decida una buona volta a stampare solo rimasterizzazioni allo stato dell'arte, gli appassionati di pop anni '80 potranno finalmente alzare il volume ascoltando questo (per me) splendido album.
Per fortuna la Deluxe Edition del 2004 dimostra come sia possibile, agendo con equilibrio ed intelligenza, rimasterizzare non per deturpare ma per restituire nuova luce a master non troppo eccelsi.
La gamma bassa adesso è finalmente in risalto e dotata dell'impatto necessario al genere. La voce è molto più a fuoco e presente mentre suoni e strumenti hanno beneficiato della evidente riduzione del riverbero, cessando di sovrapporsi l'un l'altro e risultando così distinguibili. Di conseguenza l'ambiente virtuale non è più inutilmente enorme e dilatato tanto da sembrare un canyon americano ma presenta le giuste dimensioni atte a far da cornice ai suoni. E si comprende anche il perchè dell'eccesso di riverbero applicato originariamente alla registrazione: tentare di mascherare una povertà armonica pressochè totale spettacolarizzando il suono.
Comunque sia, il risultato è tale da lasciare stupiti e un po' arrabbiati pensando a quante occasioni si sono perse di rimasterizzare decentemente i nostri amati album. E c'è da segnalare che altre Deluxe Editions non hanno sortito gli stessi effetti (ad esempio gli ABBA). Nel frattempo però che l'industria discografica si decida una buona volta a stampare solo rimasterizzazioni allo stato dell'arte, gli appassionati di pop anni '80 potranno finalmente alzare il volume ascoltando questo (per me) splendido album.