Da RockOnlyRare Gio Set 17, 2015 5:05 pm
Concerto di Glenn Hughes, Milano Legend 74 15 settembre
Premessa: locale molto fuori mano con enormi difficoltà di parcheggio, locale alquanto angusto, soffitto basso, caldo disumano ed acustica che definire indecente è essere esageratemente positiva.
Il tutto reso più grave dal fatto che Hughes è artista che meriterebbe un locale da qualche migliaio di posti e non poche centinaia.
Partiamo dal gruppo di spalla, dagli Usa i Jared James Nichols, trio americano di rock duro, con evidenti riferimenti ad un sound alla Led Zeppelin, ma anche Mountain (di cui hanno fatto una cover) : hard rock , blues, grandi assoli di chitarra e via dicendo. Alla fine mi sono preso il cd autografato dai componenti che sono un trio, il cantante assomiglia vagamente a Plant specialmente per i lunghi capelli biondi.
Ad occhio e croce sono intorno alla trentina, forse anche meno. Niente male.
Verso le 22 inzia il concerto di Hughes, anche in questo caso di tratta di un trio (meno male, non so se ci sarebbero stati sul palco più di 4 elementi, nel concerto di a Milano di qualche anno fa mi pare che il gruppo fosse di 6 elementi + forse delle coriste).
Rispetto al precedente concerto non c'è quasi niente in comune a parte il cantante bassista ex Deep Purple.
A parte il trio, lo stile musicale è decisamente hard, tendente quasi al metal, mentre in precedenza la band spaziava in sonorità vicine al funk. Tanta tanta energia, ma assai meno pulizia sonora, anche per colpa dell'acustica infame.
Anche la scelta dei brani riflette questa scelta con ben 4 brani tratti da Burn o Stormbringer, tra cui ovviamente la lunghissima Mistraeded dilatata fino a circa 20 minuti come di consueto. Ma anche gli altri brani sono tutti sullo stesso stile hard, senza alcuna concessione a brani più lenti o funk come in passato.
Highes è indubbiamente in forma parla un sacco (anche troppo) con amore sviscerato per l'Italia ed il pubblico italiano, ed ancor più effusioni sperticate per il chitarrista, indubbiamente bravissimo, effusioni che denotano un interesse ben più profondo di stima professionale, sinceramente fuori luogo ed un po' fastidioso. Solito lunghi assoli, voce, chitarra, batteria (davvero troppo lungo). Pubblico entusiasta.
A conti fatti un bel concerto, anche se l'acustica lascia un po' l'amaro in bocca, per non parlare del caldo, non si vede l'ora che finisca....
Però Hughes mi era piaciuto di più nel precedente concerto.