Ironia della sorte avevo appena scoperto la Sutherland all'esordio nel disco precedentemente segnalato e dopo 3 giorni la ritrovo diretta da Bonynge insieme alla Berganza e la Freni.
Ancora Sutherland Bonynge + Pavarotti nella Maria Stuarda di Donizetti
E qualcosa di più conosciuto x me, con un cast tutto Ispanico tranne il coro, sempre la Berganza Carreras e Garcia Navarro Un DG con la LSO
In questa tornata di acquisti ho deciso che, salvo rari casi, come il 3° disco, dovevo prendere tutte opere su cui ero carente come Massenet x esempio etc. C'è tanta roba la fuori da ascoltare…e la vida es breve
Non so se interessa la mia opinione... ma siamo qui a discutere, d'altronde.. . Questa registrazione a tutt'oggi è ancora una delle migliori edizioni dell'opera, sicuramente una delle esecuzioni pioneristiche di Bonynge più coinvolgenti, non foss'altro per la grandezza del canto delle protagoniste femminili; inoltre registrazione Decca molto bella. Opera fortunata anche per le esecuzioni moderne, di cui almeno una piuttosto buona (Fleming/Dessay/Christie). Ma forse la vera rivale di questa edizione ad oggi, ritengo un pizzico superiore come resa complessiva, è questa, che però certo non si trova in vinile.
pluto ha scritto:...
Forse manca di quest'opera una esecuzione complessivamente eccellente. Molto buona quella edizione Sutherland/Pavarotti. Tra le edizioni storiche forse la migliore è una delle live Caballé/Verret, di audio certo inferiore, però, ed oggi difficilmente reperibile. Non disprezzabili nemmeno alcuni video recenti con la Devia come protagonista. L'opera non è certo una delle più riuscite di Donizetti, mentre invece l'Alcina è una delle più belle opere di Haendel.
... giusto per aumentare il ventaglio di informazioni per chi incuriosito abbia voglia di comprare uno di questi titoli....
Come sarebbe che non interessa la tua opinione? Sai quanto io la tenga in considerazione così come gli altri del resto.
Non mi perdo mai le tue segnalazioni che spesso trovo intriganti in quanto occhieggiano spesso a cose più moderne e interessanti. Spesso io mi siedo sui classici e ho bisogno di qualche nuovo spunto
In questo periodo ho l'opportunità di fare il pieno di vinili e come sai, oggigiorno sui vinili non si può ordinare ciò che si vuole ma bisogna contentarsi di quello che si trova
Piano piano farò vedere le altre cose e spero ci darai la tua opinione nel bene e nel male
Non e' un consiglio di opera, ma lo voglio postare lo stesso
Per ora ho ascoltato solo il quartetto di Debussy, e questa e' la migliore versione che ho ascoltato finora. L'andantino e' da brividi. Sta stra stra consigliato
Ultima modifica di realmassy il Lun Dic 23 2013, 09:25 - modificato 1 volta.
Oggi disco insolito ma piuttosto bello e insolito. Devo dire che tutti quelli che riportano l'etichetta Gran Prix du Disque raramente mi hanno deluso
Vi voglio riportare un estratto da un'intervista di Leonard Bernstein con la sua opinione molto curiosa di presentazione del disco in questione:
Quote
A differenza della maggior parte degli altri compositori romantici, Franz Liszt fu in grado di vivere una vita lunga, piena ricca, molto varia e allo stesso tempo egli fu capace di creare una vasta produzione musicale che fu molto apprezzata durante la sua vita stessa.
Dopo la sua morte tutta la sua opera venne considerata di seconda categoria. Come spiegare questo fenomeno? La sua vita fu enormemente di successo, senza pene, punizioni o malattie. Visse una vita molto lunga. Tutto quello che toccò sembrò tramutarsi in oro in modo quasi alchemico. Probabilmente Lizst fu egli stesso una specie di Faust. Forse in senso metaforico ci fu una specie di accordo tra Lizst e il Diavolo.
Questo spiegherebbe tutto: un patto con i poteri diabolici con il quale egli riuscì ad ottenere una vita piena di successo. E il prezzo da pagare fu che egli fu destinato ad essere considerato dopo la sua morte come un compositore di seconda categoria.
Penso che l'unica composizione che lo salvi da questo giudizio negativo, sia abbastanza curiosamente, proprio La Faust Symphonie, quella diabolica Faust Symphonie.
Probabilmente è l'unico vero capolavoro orchestrale che Lizst abbia mai composto
Unquote ….
(Opinione del grande Leonard Bernstein )
Forse un giudizio un po' dovuto ed interessato vista l' introduzione al disco, ma comunque resta una cosa abbastanza curiosa
Forse manca di quest'opera una esecuzione complessivamente eccellente. Molto buona quella edizione Sutherland/Pavarotti. Tra le edizioni storiche forse la migliore è una delle live Caballé/Verret, di audio certo inferiore, però, ed oggi difficilmente reperibile. Non disprezzabili nemmeno alcuni video recenti con la Devia come protagonista. L'opera non è certo una delle più riuscite di Donizetti, mentre invece l'Alcina è una delle più belle opere di Haendel.
... giusto per aumentare il ventaglio di informazioni per chi incuriosito abbia voglia di comprare uno di questi titoli....
Vi vorrei trasmettere le mie sensazioni dopo aver ascoltato l'opera ieri nella sua interezza. Fondamentalmente a me non è dispiaciuta; la trovo molto semplice nel testo e nel dramma e quindi non c'è molto da capire. E' diretta benissimo e cantata magnificamente con un'ottima registrazione. La musica è tutto sommato bella con questa insolita rullata di timpani ad aprire l'opera e senza una vera e propria Ouverture. Una specie di pronti via.
I duetti tra Maria (Sutherland) ed il nobile Talbot (Pavarotti) sono molto belli anche se forse manca quel qualcosa che la fa diventare straordinaria. Mancano un paio di arie celebri che possono far decollare l'intera opera e portarla ad un altro livello. La dizione di Elizabetta la trovo un po' discutibile, pur tuttavia passabile
Quindi concordo pienamente sul fatto che si capisce immediatamente che non è un capolavoro. E' una cosa che si avverte già durante l'ascolto
Comunque, ripeto non male. Tutto sommato facile e gradevole. Anche se sicuramente c'è di molto meglio
Io direi che non è male nemmeno la lunga scena finale della protagonista.
Purtroppo il resto è tutto gradevole, ma manca la zampata leonina, la melodia che ti si imprime nella memoria e quindi ti spinge a tornare al riascolto. Per questo motivo io preferisco vederla in video, quest'opera, più che ascoltarla e basta. Non mi è dispiaciuta questa esecuzione in DVD, anche se qualcuno ha lamentato l'eccessiva liricizzazione del ruolo protagonistico: non sono d'accordo, essendo il canto della Devia eccellente e sempre molto espressivo, anche se certo non di taglio drammatico.
Il migliore Donizetti, però, alberga in altre opere....
Ultima modifica di Pazzoperilpianoforte il Lun Dic 23 2013, 20:46 - modificato 1 volta.
gciraso ha scritto:Se interessano discografie abbastanza aggiornate sull'opera, segnalo questo:
http://www.operadis-opera-discography.org.uk/
Grazie, molto molto interessante.... peccato che allo stato attuale del sito sia di abbastanza complessa consultazione.... tutte quelle righe senza ad esempio indicazione di casa discografica o copertine rende tutto più difficile.
Purtroppo io invece ho guardato vari titoli di Haendel, e mi sembrano abbastanza incompleti, soprattutto per quanto riguarda edizioni in DVD/Blu-Ray, ma non solo.....
Dai Vito, beccati questo assist e dimmi qualcosa (anche Giovanni naturalmente). Non mi ricordo se ne abbiamo mai parlato Il mio problema è che quando vedo Decca vinilici in condizioni mint, con Bonynge Sutherland Pavarotti, a 4,5/5 euro a vinile, mi scatta la compulsione d'acquisto. Io avevo pure telefonato al mio analista x un consiglio, ma mi ha fatto spendere anche di più Qua ci vuole l'analista x l'analista ...
Opera di cui in studio, secondo me, non esiste una edizione di assoluto riferimento. Premesso che Callas e Sutherland siano le migliori Amina del disco, secondo me, la Callas live secondo me è la migliore Amina. La Sutherland del 1980, quella dell'edizione Decca, è già in fase calante, ma non per questo è disprezzabile Ha i soliti difetti ed i soliti pregi, senza nulla togliere a questa grandissima cantante che amo moltissimo. La dizione è pessima, ma nell'opera italiana lo è sempre stata, il fraseggio non è perfetto, e l'età si fa sentire. Detto ciò avercene di Amina così! Forse meglio la prima versione dove era più fresca. Elvino-Pavarotti è di gran lusso per la parte e pure in stato di grazia, Ghiaurov nel 80 era sicuramente non benissimo con la voce, ma resta un grande cantante. Per sentire La Stupenda in una Amina favolosa bisogna ascoltare il live del 61, straordinaria.
Infine un consiglio sempre sulla Sutherland, se potete ascoltatevi la sua Donna Anna, straordinaria
Sopra tutte le edizioni, che siano dal vivo o in studio, metto risolutamente quella diretta da Bernstein e cantata dalla Callas nel 1955, dal vivo alla Scala. Affianca la nostra Maria (già in lieve declino ma splendida per espressività ed ancora validissima per canto) un ottimo Valletti (splendido soprattutto nel secondo atto). Ascolto, nell'ultimo remastering EMI, abbastanza buono ed intellegibile, ma ovviamento legato alla monofonia e alla ripresa live. Vi riporto l'"Ah non credea mirarti" di quella registrazione, una delle cose più belle in assoluto mai realizzate dalla Callas nella sua carriera, per abbandono patetico, canto e finezza di intenzioni interpretative, tutto perfettamente realizzato. Tempo meravigliosamente largo di Bernstein. Ve l'ho già presentata nel thread della Callas ("Vedovi")
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Se si vuole ascoltare l'unica altra somma Amina dell'ultimo secolo, occorre ascoltare la Sutherland del 1961 (quella citata da Gian) per Decca. La direzione di Bonynge è piuttosto bella sotto l'aspetto del lirismo e la Sutherland è magnifica, un miracolo dal punto di vista di puro canto in quella edizione. Ovviamente diversa dalla Callas, ma ugualmente magnifica. Monti è un discreto tenore, ma nel '61 era già in declino e pur non disprezzabile resta inferiore a Valletti, non foss'altro perché a tratti (soprattutto nel secondo atto) è costretto a forzare. Suono molto buono nella consueta tradizione Decca, luminosissimo, e edizione integrale con una ottima LIsa (la Stahlman). Vi riporto il link alla stessa aria. compresa cabaletta finale: non c'è niente di più Belliniano della liquidità e della fluidità del canto della Sutherland in questo brano. L'accento non è meravigliosamente tragico come quello della Callas, ma soprattutto nel da capo la levità della vocalizzazione, lo splendore degli acuti, la pateticità del suono sono ugualmente soggioganti.
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Non riesco invece troppo a digerire la tarda edizione Sutherland/Pavarotti/Bonynge dei primi anni '80. Pavarotti dopo Valletti è uno dei migliori Elvino della storia del disco (anche se non è più il Pavarotti degli anni '70), la direzione di Bonynge è molto migliore di quella del 1961 per teatralità soprattutto, ma anche per qualità dei cori. Ma la Sutherland non è più - a mio parere - una grande Amina in quella registrazione. Non fa niente di disprezzabile, ovvio. Ma il canto non ha più l'eccezionale liquidità, facilità e splendore di un tempo, l'ottava grave è piuttosto ossidata, e non è che maturando abbia acquistato qualche cosa in termini di accento e dizione, sicché quando ascolto queste edizione tendo a fermarmi prima del termine del primo atto. Un'Amina matura è un controsenso in termini sia estetici che vocali, nella Sonnambula. Inoltre la Sutherland è stata grande quando nonostante un accento mai stato analitico riusciva a compiere il miracolo di infondere nelle melodie belliniane un canto di bellezza strumentale, pateticissimo e miracoloso per perfezione, che riusciva ad esser espressivo al di là dell'accento, ancor più che se si esprimesse attraverso parole. Qui udiamo cantar più o meno bene, mai male, ma niente di più. Molto meglio, a mio parere, una delle due altre edizioni, anche se questa complessivamente si difende molto bene, anche se Ghiaurov a mio parere (e qui la penso all'opposto di Giovanni), con una voce morchiosa, farraginosa, legnosa, faticosa negli acuti e nel legato, anche se l'accento sarebbe discreto, è un pessimo Rodolfo vocalmente (ma il Corena della Decca 1961 è anche peggio, se è per questo!). Anche i bassi hanno da cantare in Bellini altrimenti tacciano: qui di canto se ne sente poco. Allora meglio Modesti, che con una voce normalissima almeno è castigato e con una certa morbidezza.
L'opera è una delle più belle di Bellini, con un lirismo ed una pateticità a tratti soggiogante.
Non posso che essere d'accordo con quanto scritto sopra scritto. Il problema del declino vocale della Sutherland, che peraltro riusciva a cantare meglio di certe soprano moderne, è che aveva perso la perfezione del suo legato, non più sorretto da una emissione fluida. L'interpretazione ne risentiva di conseguenza. Il live del 1955 me lo ero quasi scordato, sono corso a riascoltarlo non appena rientrato a casa, purtroppo ce l'ho solo nella edizione vinilica e non è granchè come suono, ma davanti a certe meraviglie belcantistiche ci si passa tranquillamente sopra. Tempi così larghi per Amina sono possibili solo con cantanti che lo consentono per emissione e tenuta di fiato.