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pluto- Hi-End Member
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Mi è cascato l'occhio sugli interpreti. Non ho niente della Brilliant (o forse si, boh) che ho sempre ritenuto un'etichetta low cost
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pluto- Hi-End Member
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Giovanni mi ero dimenticato di dirti che il SACD RCA con la compilation della Price (quello con Ritorna vincitor e vissi d'arte) era nella mia rip list dal Tenente e le tracce ISO suonano alla grandissima
gciraso- Strizzacervelli
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Il genere sembra facile, ma è di una finezza incredibile e molto difficile da cantare perchè la linea di canto deve essere perfettamente aderente al testo ed esprimerlo in pieno.realmassy ha scritto:Un po di tempo fa avevo chiesto consiglio sui lieder di Schubert e mi era stato consigliato Fischer Dieskau. Oggi finalmente ho trovato il disco (il primo CD fisico dopo tantissimo tempo) con 3 cicli. Devo dire che me li immaginavo piu' 'pesanti', e invece si ascoltano proprio bene...anzi non sembrano nemmeno molto impegnativi, perfetti come sottofondo al lavoro direi
Ciò non toglie che si possano ascoltare anche in sottofondo
Ultima modifica di gciraso il Ven 4 Ott - 17:35 - modificato 2 volte.
gciraso- Strizzacervelli
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Non ho dubbi, è un disco spettacolosopluto ha scritto:Giovanni mi ero dimenticato di dirti che il SACD RCA con la compilation della Price (quello con Ritorna vincitor e vissi d'arte) era nella mia rip list dal Tenente e le tracce ISO suonano alla grandissima
gciraso- Strizzacervelli
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Mai ascoltato, Giuranna lo conosco bene, peròpluto ha scritto:Mi è cascato l'occhio sugli interpreti. Non ho niente della Brilliant (o forse si, boh) che ho sempre ritenuto un'etichetta low cost
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gciraso- Strizzacervelli
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pluto- Hi-End Member
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E questo da dove esce?
Le sonate non le conosco, il concerto celo nella versione di Oistrach
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gciraso- Strizzacervelli
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Esci da eClassical in offerta, l'ho preso subitopluto ha scritto:E questo da dove esce?
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pluto- Hi-End Member
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Che mi dite della Moffo ragazzi?
Non possedendo il SACD, avrei trovato il rip ISO di questo. Mi domandavo se può valere la pena
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gciraso- Strizzacervelli
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Le registrazioni sono quelle degli anni "buoni", quando ancora non cantava 10-12 ruoli nuovi all'anno rovinandosi la voce, tanto da cessare la carriera a poco più di 40 anni. Buoni i ruoli di Cio-Cio-San e Violetta, anche Margherita e Micaela, seppure si inizia già a notare un certo declino.pluto ha scritto:Che mi dite della Moffo ragazzi?
Non possedendo il SACD, avrei trovato il rip ISO di questo. Mi domandavo se può valere la pena
Donna di notevole avvenenza, ebbe ruoli anche nel cinema, ma diciamo che non è una cantante storica da ascolatare assolutamente.
Lo stesso titolo ce l'ho in CD pure io, che non possiedo lettore SACD nè Blu-Ray (ma mi sto attrezzando)
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Sono in uscita...
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Davide
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Guarda chi c'è! Bentornato
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Grazie Gio
Mi sa che lascio perdere x il momento..
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Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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Condivido tutto: buona cantante ma non una fuoriclasse, anche nei suoi anni migliori.gciraso ha scritto:Le registrazioni sono quelle degli anni "buoni", quando ancora non cantava 10-12 ruoli nuovi all'anno rovinandosi la voce, tanto da cessare la carriera a poco più di 40 anni. Buoni i ruoli di Cio-Cio-San e Violetta, anche Margherita e Micaela, seppure si inizia già a notare un certo declino.
Donna di notevole avvenenza, ebbe ruoli anche nel cinema, ma diciamo che non è una cantante storica da ascolatare assolutamente.
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Vito Buono
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gciraso- Strizzacervelli
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Rileggendo questa discussione mi ha incuriosito questo passaggio scritto da PPP. A me personalmente non risulta che gli archetti moderni, per tutti gli archi, siano di materiale sintetico, sono tutti in crini multipli e vanno ricrinati periodicamente. Le corde degli archi moderni sono attualmente tutte in metallo, il budello lo si usa solo per certo repertorio ed è una assoluta complicazione ad usarlo, perchè tende a calare vistosamente dopo pochissimo tempo.Pazzoperilpianoforte ha scritto:Ancor maggior differenza noteremmo in caso si passasse da una accordatura ed un archetto in materiale sintetico ad una accordatura ed archetto in budello naturale.
Se ho capito male e si parla di materiale dell'arco, allora è completamente diverso e mi scuso di non aver compreso. Effettivamente la differenza tra un arco in pernambuco ed uno, ad esempio in carbonio, è abissale. Oltretutto tutti gli archi in carbonio suonano tutti più o meno nello steso modo e questo non è molto amato dai musicisti.
Però va detta una cosa che sicuramente molti di voi avranno avvertito, anche ad un ascolto superficiale: ci sono certi strumenti ad arco, ed in particolare i violini, che hanno una loro "voce" particolare, molto riconoscibile e che condiziona anche l'esecuzione dell'artista. In più anche l'artista ha il suo suono, che gli fa apprezzare di più uno strumento piuttosto di un altro
Pensate solo alla Faust, che suona uno Stradivari ed alla Mullova che suona un Guarneri, suoni diversissimi tra loro, entrambi particolari e riconoscibili, anche in registrazioni meno che ottime. Queste riflessioni mi sono venute in mente riascoltando entrambi gli artisti appena citati in repertorio simile, al di là delle caratteristiche personali quello che cambia è proprio la voce dello strumento, molto tipica.
Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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Ciao. In effetti parlando di accordatura e di archetto insieme l'equivoco era evidente... per l'archetto hai ragione, si tratta di fattura dello stesso (materiali) e non di materiale della "corda", diciamo così. Ma nel caso dell'accordatura dei violini e degli strumenti ad arco, tutti i musicisti di impostazione filologica usano corde in budello, in opposizione ai musicisti di scuola neoclassica che usano accordatura in metallo. Ed in effetti i problemi di tenuta dell'accordatura venivano spesso additati come limiti delle compagini barocche, soprattutto nei primi anni. Oggi meno: ma ci sono ancora, soprattutto nella fase di "riscaldamento" dello strumento.
Quindi non ne farei questione di repertorio, ma questione di approccio esecutivo. E non considererei la scuola filologica proprio marginale, anche numericamente, seppur non maggioritaria. Magari il barocco può essere per un ascoltatore incentrato sulla musica di ottocento e novecento "certo repertorio" e pesare poco nei propri ascolti, ma per me - ad esempio - è il cuore della musica di tutti i tempi, mentre nella musica "colta" del secondo ottocento e del novecento nulla trovo di gradevole esteticamente. Quindi a mio parere si tratta di tutto fuorché di approccio marginale. Come sempre si tratta di punti di vista: per il mio gusto Corelli è fondamentale ed è Mahler ad essere marginale. Questo detto senza nessuna vena polemica, bada bene .
La Mullova ad esempio adotta oggi il budello naturale ed archetto antico: racconta sempre di come è stato per lei difficilissimo cambiare impostazione tecnica passando dall'archetto e dall'accordatura moderni a quelli "antichi", visto che la sua formazione iniziale era "moderna". Ciò vare per le corde, ma lei racconta di enormi difficoltà anche con l'archetto.
Anche perché passando dalla scuola neoclassica a quella filologica, gli strumenti sono gli stessi (uno Stradivari è un violino antico, ovvio, quindi "filologico"), ma il suono cambia proprio a causa dell'accordatura, oltreché dell'epoca del violino e della sua paternità (ovvio: curiosamente quando ho parlato del suono diverso tra i violini su queste schermate ho proprio citato le due edizioni che stai postando tu, assieme a quella della Podger, se ricordo bene), magari anche dell'archetto. Il suono si diceva, ma anche i risultati ottenibili in termini di esecuzione: un violinista di scuola neoclassica mi disse, ascoltando Manze, che era bravissimo perché alcuni elementi della scrittura violinistica mozartiana sono difficilissimi da rendere con l'accordatura non metallica imposta dalla scuola filologica.
Oltre quindi ai differenti strumenti nel caso da te citato (e da me a suo tempo quando cercai anch'io di far comprendere le differenze di suono tra i vari strumenti), va notato che la Faust adotta arco moderno ed accordatura in metallo, la Mullova, da quando si è associata all'approccio filologico, arco antico e corde in budello naturale. Nelle prime registrazioni invece, la Mullova adottava arco moderno e corde in metallo, ottenendo un suono dal suo Guadagnini analogo a quello attuale (ovvio), ma in parte diverso.
Da notare, nel caso delle esecuzioni in questione della Mullova e della Faust, che lo stesso timbro dello strumento ha ispirato approcci interpretativi diversi: la Faust, con uno strumento penetrantissimo e molto acuto timbricamente, si è volta d un approccio anch'esso brillante e meno introverso, meno vocalistico rispetto alla Mullova, che ha invece valorizzato al massimo la dolcezza e la cavata calda del suo Guarnieri con una maggiore cantabilità. Belle comunque tutte e due le interpretazioni, secondo me, ma forse io preferisco la faust, anche per la maggiore scioltezza tecnica, mi sembra. Sopra tutte e due mi piace però forse la Podger.
Poi per certi versi, va sempre detto, la musica non procede per compartimenti stagni: e quindi nell'interpretazione suddetta della Mullova, ormai inserita nella "scuola filologica" si avvertono tracce del fraseggio del neoclassico Milstein, mentre dalla Faust, di impostazione neoclassica, abbiamo ottenuto le sonate e partite più "barocche" (giovanili, frizzanti, liriche, fantasiose e poco seriose), più "vivaldiane" (dico per capirci, giacché stilisticamente il Bach della Faust non potrebbe mai essere scambiato per Vivaldi), più "filologiche espressivamente" - diciamo così - della storia di queste composizioni di J. Sebastian. Così come succede che oggi molti pianisti hanno ormai adottato alcuni principi agogici, ed inerenti le variazioni, che sono stati portati in auge proprio dall'approccio filologico. E quindi non si sa più bene oggi cosa si intenda per filologico e cosa si intenda per neoclassico, visto che la separazione non è più così netta coome in passato.
Però voglio ripetere: dico queste cose senza polemica alcuna. Non voglio scatenare l'ennesima faida tra sostenitori del filologico ed avversatori. Tutto questo ditirambo solo per dire che lo stuolo di orchestre e musicisti di impostazione filologica che usano corde non metalliche sui loro archi non credo possano essere considerati un piccolo numero di eccentrici, oggi come oggi. Almeno secondo me.
Quindi non ne farei questione di repertorio, ma questione di approccio esecutivo. E non considererei la scuola filologica proprio marginale, anche numericamente, seppur non maggioritaria. Magari il barocco può essere per un ascoltatore incentrato sulla musica di ottocento e novecento "certo repertorio" e pesare poco nei propri ascolti, ma per me - ad esempio - è il cuore della musica di tutti i tempi, mentre nella musica "colta" del secondo ottocento e del novecento nulla trovo di gradevole esteticamente. Quindi a mio parere si tratta di tutto fuorché di approccio marginale. Come sempre si tratta di punti di vista: per il mio gusto Corelli è fondamentale ed è Mahler ad essere marginale. Questo detto senza nessuna vena polemica, bada bene .
La Mullova ad esempio adotta oggi il budello naturale ed archetto antico: racconta sempre di come è stato per lei difficilissimo cambiare impostazione tecnica passando dall'archetto e dall'accordatura moderni a quelli "antichi", visto che la sua formazione iniziale era "moderna". Ciò vare per le corde, ma lei racconta di enormi difficoltà anche con l'archetto.
Anche perché passando dalla scuola neoclassica a quella filologica, gli strumenti sono gli stessi (uno Stradivari è un violino antico, ovvio, quindi "filologico"), ma il suono cambia proprio a causa dell'accordatura, oltreché dell'epoca del violino e della sua paternità (ovvio: curiosamente quando ho parlato del suono diverso tra i violini su queste schermate ho proprio citato le due edizioni che stai postando tu, assieme a quella della Podger, se ricordo bene), magari anche dell'archetto. Il suono si diceva, ma anche i risultati ottenibili in termini di esecuzione: un violinista di scuola neoclassica mi disse, ascoltando Manze, che era bravissimo perché alcuni elementi della scrittura violinistica mozartiana sono difficilissimi da rendere con l'accordatura non metallica imposta dalla scuola filologica.
Oltre quindi ai differenti strumenti nel caso da te citato (e da me a suo tempo quando cercai anch'io di far comprendere le differenze di suono tra i vari strumenti), va notato che la Faust adotta arco moderno ed accordatura in metallo, la Mullova, da quando si è associata all'approccio filologico, arco antico e corde in budello naturale. Nelle prime registrazioni invece, la Mullova adottava arco moderno e corde in metallo, ottenendo un suono dal suo Guadagnini analogo a quello attuale (ovvio), ma in parte diverso.
Da notare, nel caso delle esecuzioni in questione della Mullova e della Faust, che lo stesso timbro dello strumento ha ispirato approcci interpretativi diversi: la Faust, con uno strumento penetrantissimo e molto acuto timbricamente, si è volta d un approccio anch'esso brillante e meno introverso, meno vocalistico rispetto alla Mullova, che ha invece valorizzato al massimo la dolcezza e la cavata calda del suo Guarnieri con una maggiore cantabilità. Belle comunque tutte e due le interpretazioni, secondo me, ma forse io preferisco la faust, anche per la maggiore scioltezza tecnica, mi sembra. Sopra tutte e due mi piace però forse la Podger.
Poi per certi versi, va sempre detto, la musica non procede per compartimenti stagni: e quindi nell'interpretazione suddetta della Mullova, ormai inserita nella "scuola filologica" si avvertono tracce del fraseggio del neoclassico Milstein, mentre dalla Faust, di impostazione neoclassica, abbiamo ottenuto le sonate e partite più "barocche" (giovanili, frizzanti, liriche, fantasiose e poco seriose), più "vivaldiane" (dico per capirci, giacché stilisticamente il Bach della Faust non potrebbe mai essere scambiato per Vivaldi), più "filologiche espressivamente" - diciamo così - della storia di queste composizioni di J. Sebastian. Così come succede che oggi molti pianisti hanno ormai adottato alcuni principi agogici, ed inerenti le variazioni, che sono stati portati in auge proprio dall'approccio filologico. E quindi non si sa più bene oggi cosa si intenda per filologico e cosa si intenda per neoclassico, visto che la separazione non è più così netta coome in passato.
Però voglio ripetere: dico queste cose senza polemica alcuna. Non voglio scatenare l'ennesima faida tra sostenitori del filologico ed avversatori. Tutto questo ditirambo solo per dire che lo stuolo di orchestre e musicisti di impostazione filologica che usano corde non metalliche sui loro archi non credo possano essere considerati un piccolo numero di eccentrici, oggi come oggi. Almeno secondo me.
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Vito Buono
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realmassy- Hi-End Member
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Il discorso dell'archetto e' interessante, tanto che stamattina ho fatto qualche ricerca su google.
Questa e' un link che spiega molto chiaramente anche a un semplice appassionato come me le differenze fra l'approccio moderno e quello barocco
http://www.baroquemusic.org/barvlnbo.html
La cosa strana e' che un approccio come quello descritto (archetto curvato, meno tensione, posizione del pollice che non permette ritmi cosi' indiavolati e 'leggeri') e' in grado di produrre un suono piu' corposo, meno esile ed in grado di restituire quegli accordi delle partite di Bach altrimenti impossibili con un archetto moderno. Se questo vale per la musica barocca in generale mi domando come mai certi ensemble suonino invece cosi' striduli al limite e oltre del fastidioso (i London Baroque per esempio, l'Avison Ensemble delle sonate/concerti grossi di Corelli o i Freiburger Barockorchester)
Le partite di Bach suonate dalla Mullova sembrano proprio privilegiare questo approccio meno aggressivo.
Questa e' un link che spiega molto chiaramente anche a un semplice appassionato come me le differenze fra l'approccio moderno e quello barocco
http://www.baroquemusic.org/barvlnbo.html
La cosa strana e' che un approccio come quello descritto (archetto curvato, meno tensione, posizione del pollice che non permette ritmi cosi' indiavolati e 'leggeri') e' in grado di produrre un suono piu' corposo, meno esile ed in grado di restituire quegli accordi delle partite di Bach altrimenti impossibili con un archetto moderno. Se questo vale per la musica barocca in generale mi domando come mai certi ensemble suonino invece cosi' striduli al limite e oltre del fastidioso (i London Baroque per esempio, l'Avison Ensemble delle sonate/concerti grossi di Corelli o i Freiburger Barockorchester)
Le partite di Bach suonate dalla Mullova sembrano proprio privilegiare questo approccio meno aggressivo.
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gciraso- Strizzacervelli
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E devi solo stare a sentire una discussione su archi, crini e corde tra due musicisti di strumenti ad arco per renderti conto di quanto diano importanza a queste cose. Un paio d'anni fa andai in Germania per acquistare un arco e la discussione con l'archettaio durò tutto un pomeriggiorealmassy ha scritto:Il discorso dell'archetto e' interessante...
realmassy- Hi-End Member
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Comunque Gciraso se vuoi sapere il lapsus più bello che ho fatto in passato proprio su queste schermate (ma ne ho fatti altri in altri siti) è stato scrivere "temperamento equanime" invece di "temperamento equabile" ... quindi se tendi a rileggere i nostri interventi passati, alla fine ne potrebbero venir fuori delle belle!
Purtroppo io scrivo spesso in fretta, quindi il 90% delle volte va bene, ma a volte c'è da ridere....
Comunque a me piace molto l'idea che il percorso di un musicista per costruirsi il "suo" suono sia complesso e legato a tante variabili.... credo che si tratti comunque di un percorso di maturazione importante e non credo che i bei risultati siano mai casuali....
Massimiliano secondo me l'acidità di certe compagini barocche del passato (meno frequente oggidì) non era un problema di accordatura ma un problema tecnico: l'approccio barocco tende ad un suono specifico, ma il suono stridulo non ne è assolutamente implicito.
Purtroppo io scrivo spesso in fretta, quindi il 90% delle volte va bene, ma a volte c'è da ridere....
Comunque a me piace molto l'idea che il percorso di un musicista per costruirsi il "suo" suono sia complesso e legato a tante variabili.... credo che si tratti comunque di un percorso di maturazione importante e non credo che i bei risultati siano mai casuali....
Massimiliano secondo me l'acidità di certe compagini barocche del passato (meno frequente oggidì) non era un problema di accordatura ma un problema tecnico: l'approccio barocco tende ad un suono specifico, ma il suono stridulo non ne è assolutamente implicito.
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Leggo con interesse le Vs disquisizioni e nel frattempo mi ascolto in sottofondo gli ultimi Iso su cui ho messo le mani e le orecchie.
Ma come cacchio ho fatto a non accorgermene prima della differenza abissale rispetto al rispettivo file Flac 24/88... boh
Meglio tardi che mai. E non oso pensare all'ulteriore miglioramento se avessi l'aggiornamento del DAC alla lettura DSD diretta
Peccato non aver ancora messo le mani sull'ISO del Sacd di Brendel con i 2 concerti di Mozart. Prima o poi lo trovo..
Ma come cacchio ho fatto a non accorgermene prima della differenza abissale rispetto al rispettivo file Flac 24/88... boh
Meglio tardi che mai. E non oso pensare all'ulteriore miglioramento se avessi l'aggiornamento del DAC alla lettura DSD diretta
Peccato non aver ancora messo le mani sull'ISO del Sacd di Brendel con i 2 concerti di Mozart. Prima o poi lo trovo..
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Il problema è che si tratta di tutte registrazioni 24 bit, 96 Khz..... per ottenere un FLAC a 88Khz hanno dovuto rimappare tutto il campionamento... ci credo suonano peggio.....
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gciraso- Strizzacervelli
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Ogni musicista di un certo livello cerca un suono assolutamente personale, in relazione sia allo/agli strumenti che suona, che rispetto al repertorio che esegue. Quelli bravi lo "sentono" fin da giovani e lo affinano nel corso degli anni, ci vuole una grandissima sensibilità, e mezzi tecnici sia personali che strumentali, all'altezza.Pazzoperilpianoforte ha scritto:Comunque Gciraso se vuoi sapere il lapsus più bello che ho fatto in passato proprio su queste schermate (ma ne ho fatti altri in altri siti) è stato scrivere "temperamento equanime" invece di "temperamento equabile" ... quindi se tendi a rileggere i nostri interventi passati, alla fine ne potrebbero venir fuori delle belle!
Purtroppo io scrivo spesso in fretta, quindi il 90% delle volte va bene, ma a volte c'è da ridere....
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Massimiliano secondo me l'acidità di certe compagini barocche del passato (meno frequente oggidì) non era un problema di accordatura ma un problema tecnico: l'approccio barocco tende ad un suono specifico, ma il suono stridulo non ne è assolutamente implicito.
Concordo con PPP sul suono brutto di certe compagini barocche del passato, ma lì secondo me era la scarsa abitudine sia al tipo di accordatura che al medium. Qualcuno mi ha detto che in passato, prima di ricorrere all'arco diverso e meno teso, per evitare il calando del budello accordavano anche un semitono abbondante sopra, e di conseguenza erano costretti a diteggiature molto difficili. Può essere uno dei motivi del suono stridulo.
Intanto sto ascoltando questo:
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Giovanni
E leggetelo 'sto regolamento!!!
ze inutile ragionar coi mussi, te perdi tempo e te infastidissi la bestia
Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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Va detto che esiste anche uno stereotipo discografico brutto nel caso di registrazioni di complessi suonati all'antica: e cioè spesso si persegue una brilantezza tanto stereotipata quanto innaturale e poco fedele.
Ad esempio ho ascoltato varie volte l'Europa Galante di Biondi dal vivo e non ho mai riscontrato quella brillantezza esasperata di varie registrazioni Virgin. Anzi, dal vivo il complesso ha suono molto plastico e caldo, piacevolissimo.
Ad esempio ho ascoltato varie volte l'Europa Galante di Biondi dal vivo e non ho mai riscontrato quella brillantezza esasperata di varie registrazioni Virgin. Anzi, dal vivo il complesso ha suono molto plastico e caldo, piacevolissimo.
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piroGallo- Hi-End Member
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A proposito di stereotipi...
Segnalo, per chi non lo conoscesse, questa edizione dei concerti grossi op. 6 di Corelli.
In seguito a studi si è rilevato (anche dalla contabilità dell'autore relativa a concerti da lui diretti) che aveva la prassi di doppiare alcune parti degli archi con fiati e legni.
Sardelli si è cimentato nella ricostruzione di questa prassi.
Confrontando questa esecuzione con le altre in mio possesso (Jan Belder e Pinnock) è risultata di gran lunga maggiormente gradita e mi sono pienamente ritrovato nelle note dello stesso Sardelli, scoprendo un Corelli "vivo, colorito e pieno di invenzioni,...,uomo a capo delle esecuzioni musicali tra le più ricche e vivaci del suo tempo".
Segnalo, per chi non lo conoscesse, questa edizione dei concerti grossi op. 6 di Corelli.
In seguito a studi si è rilevato (anche dalla contabilità dell'autore relativa a concerti da lui diretti) che aveva la prassi di doppiare alcune parti degli archi con fiati e legni.
Sardelli si è cimentato nella ricostruzione di questa prassi.
Confrontando questa esecuzione con le altre in mio possesso (Jan Belder e Pinnock) è risultata di gran lunga maggiormente gradita e mi sono pienamente ritrovato nelle note dello stesso Sardelli, scoprendo un Corelli "vivo, colorito e pieno di invenzioni,...,uomo a capo delle esecuzioni musicali tra le più ricche e vivaci del suo tempo".
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Gianni
"L'uomo che non ha la musica nel cuore ed è insensibile ai melodiosi accordi
è adatto a tradimenti, inganni e rapine; i moti del suo animo sono spenti come la notte,
e i suoi appetiti sono tenebrosi come l'Erebo: non fidarti di lui."
(William Shakespeare, Il mercante di Venezia)
"Meno muggiti e più ruggiti"
(Autocitazione)
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A forza di sentir parlare di Horowitz, ho deciso di portare a casa il Jacket pure io
Avevo voglia di confrontare i vinili che ho con la rimasterizzazione CD. Speravo in qualche miracolo
Aihmè i Quadri della 1a edizione del 47, restano una registrazione del 47, orribile dal punto di vista qualità audio. Mi sa che è meglio il mio vinile mono originale USA che pure non era granché
Il concerto di Tchaicovsky con Toscanini x raccogliere fondi durante la guerra mi sembra un pochino meglio ma così così
Mi sono dovuto resettare le orecchie con qualche registrazione più recente
La sua Polonaise nr 5 è semplicemente meravigliosa e geniale (reg del 67)
Avevo voglia di confrontare i vinili che ho con la rimasterizzazione CD. Speravo in qualche miracolo
Aihmè i Quadri della 1a edizione del 47, restano una registrazione del 47, orribile dal punto di vista qualità audio. Mi sa che è meglio il mio vinile mono originale USA che pure non era granché
Il concerto di Tchaicovsky con Toscanini x raccogliere fondi durante la guerra mi sembra un pochino meglio ma così così
Mi sono dovuto resettare le orecchie con qualche registrazione più recente
La sua Polonaise nr 5 è semplicemente meravigliosa e geniale (reg del 67)
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