Come sai condivido interamente queste tue scelte sulle sinfonie Mozartiane. Mi domando solo come mai hai raccomandato l'edizione Andromeda di Walter (un mio grande pallino e non solo su Mozart ma anche sulle sinfonie di Brahms). Di Walter/Mozart ho sempre tenuto in altissima considerazione prima le CBS e poi le ultime Sony (oltre ad un paio di SACD notevolissimi). Ovviamente a parte i vinili (raccomando a tutti, se li trovate anche i dischi originali delle sinfonie Brahmsiane), credevo che le varie uscite CBS/Sony fossero le migliori.
Che mi dici di questa Andromeda? Le hai confrontate?
Gian (Il malizioso) e mi sa che ho ragione sui pacchi....
Pazzoperilpianoforte ha scritto:Archigius, bisogna tener conto del mio modo di vedere Mozart. A me, francamente, il Mozart eterno fanciullo mi fà un pò ridere. Il musicista che ha scritto la Jupiter e il Don Giovanni era un fanciullo che aveva ben capito cosa significava essere adulti. Ed era diventato quindi ben altra cosa di quando aveva vent'anni. E la sua musica era cambiata con lui, al punto da presagire grande parte del primo romanticismo. Altro che trine, merletti, e fanciullezza infinita.
Se c'è un motivo per cui Mozart è stato l'ultimo compositore classico a cui mi sono avvicinato, è proprio a causa di questo modo che molti hanno di presentarlo/interpretarlo, l'eterno fanciullino.
E' grazie a questo forum che ho scoperto un altro Mozart. In effetti l'interpretazione di Pinnock non è che sia brutta, lui è molto rigoroso ma forse un po' monocorde, manca di spunto, di brio, di calore.
Io non sono certo un intenditore, come ben sai ascolto la classica "di pancia", ma mi sono quasi sempre ritrovato nei tuoi gusti e/o giudizi, quindi mi fido molto ed ascolterò sicuramente qualcosa di quello che mi hai segnalato.
Cambiando completamente argomento, in questi giorni sto ascoltando questo, da amante della musica da camera, mi sembra incredibile sia stato composto da un ragazzino di 15 anni:
@ Massimo: credo di avere solo un CD o 2 con le sinfonie + famose, quindi pochino x esprimere un parere competente. Rientra nelle edizioni storiche come Walter, ma tra queste ho sempre preferito Walter sotto ogni punto di vista a lui e a quasi tutti gli altri.
Recentemente ho scoperto una versione dal vivo della Linz (la sinfonia n°36) del mitico Carlos Kleiber accoppiata ad una sinfonia di Haydn la n° 94 Surprise che sto ascoltando adesso e che mi fa semplicemente sciogliere sul divano.. non sapevo nemmeno che le avesse incise A dimostrazione che, quando c'è il genio....tutto passa in secondo piano
@ Davide: cosa non ti è piaciuto di queste sonate di Beethoven?
Ovviamente tra le edizioni storico/classiche ma sempre molto godibili anche come qualità non si può non citare l'integrale delle 46 Sinfonie di Karl Bohm x DG. Però ormai l'ho un pò messo da parte. Ma l'edizione resta molto importante
@ Davide: cosa non ti è piaciuto di queste sonate di Beethoven?
E' un universo interpretativo così distante da me, dal mio modo d'intendere e di sentire, che non riesco ad ascoltarlo per più di 30 secondi. E' come se la partitura fosse passata al computer per aridità intellettuale ed emotiva, e nello stesso tempo accelerata o agogicamente "piegata" in modo da snaturare la "fisiologia" stessa della composizione. Questo approccio allargato a tutte le sonate.
Per carità, esercizio difficilissimo...
(lasciando stare la qualità della registrazione che non è delle migliori... di questi tempi, con la tecnologia a basso costo che c'è, un sordo avrebbe fatto di meglio)
Oggi mi avete stimolato e tra i miei vinili ho ascoltato questo, non so a livello di direzione, ma io l'ho trovato stupendo sia come esecuzione che come incisione.
Bruckner ha scritto:Credo che chi vede in Mozart il "perenne fanciullino", come chi avverte un'inesauribile maturità artistica e spirituale, in verità mette semplicemente in luce, per proiezione, il suo grado d'individuazione psicologica; in altre parole un riflesso della sua maturità interiore.
Quella che tu ci ricordi è la visione neoclassica dell'estetica mozartiana: un uomo maturo che ha capito che difronte ai mali del mondo l'unico rifugio è la serenità del fanciullo, è il rifugio nel bello apollineo. Molto riduttivo secondo me. La grandezza di Mozart è invece secondo me nel superamento del dramma grazie all'energia vitale del fanciullo, ma il dramma esiste nella sua musica, esiste anche l'autentica lacerazione dell'animo umano, un dolore di vivere, una malinconia che è già tutta romantica, è già "I Dolori del giovane Werther". E' l'uomo settecentesco che comincia a perdere fiducia nei lumi perché il suo mondo ideale incentrato sulla ragione si sta per sfracellare contro l'incapacità di modificare la sofferenza del mondo reale e sta per lasciare spazio al misticismo e alla speranza nell'ignoto: la ragione ha ormai fallito nel portare la felicità all'umanità tramite la conoscenza e la giustizia. Sfracellamento, distruzione di un mondo di valori che si compirà definitivamente con Beethoven.
Clara Haskil, concerto K271 di Mozart. Complessivamente una esecuzione di assoluto rilievo (ma se ve ne facevo sentire una brutta baravo, non vi pare?). Ma primo movimento molto placido ed un pizzico smanceroso, con un preziosimso "rococò" nella sottolineatura degli elementi decorativi della scrittura pianistica. L'orchestra è sontuosa ma festosa, una sorta di parata in giorno di festa. Soprattuto il pianismo della Haskil qui e lì somiglia alle statuine della porcellana di Capodimonte, graziose ma anche manierate nei loro ammiccamenti da bocchine rosse sorridenti. Molto interessante la sezione centrale (comincia al timing 10:08). L'orchestra comincia con toni drammatici e lentissima. Ma quando entra la Haskil col pianoforte il suono dello strumento è tutto sorridente: il bello puro, astratto è entrato a portare un raggio di sole ed a rasserenare il male del mondo (orchestra). Al punto che la stessa orchestra cambia colori e diventa quasi elegiaca, leggerissima. Nella sezione centrale (sviluppo) del movimento anche il piano della Haskil si incupisce e si fa partecipe del dramma dell'orchestra, per poi nella ripresa ritornare ancora di salvezza salvifica, ma non più (occorre riconoscerglielo) intoccato dal dolore come nella sezione iniziale. Qui il romanticismo semmai è la fiducia nel bene superiore che a tutto provvede, ma questa convinzione è di Mozart o della cultura europea dopo la seconda guerra mondiale? Esecuzione bella, ma oserei dire in qualche modo post-romantica (appunto: neoclassica). Nello spirito e nell'approccio. Anche nelle sonorità, contando la lentezza dell'orchestra. Vi sto facendo comunque sentire un brano la cui drammaticità è inevitabile ed ineludibile, e la Haskil non vi si sottrae. ma il dramma della Haskil (e della direzione orchestrale) è sempre sublimato in parte in una quadratura estetica che non vede tanto nell'espressione (accenti e rallentandi/accelerandi/pause) il nocciolo dell'espressione mozartiana, ma nella valorizzazione massima della bellezza melodica e della lindezza timbrica dello strumentale (apollineo, appunto), bellezza timbrica che si deve osservare essere molto diversa suonata con gli strumenti per cui Mozart componeva perché meno "patinata", meno smaltata, meno canoviana, per citare un parallelo figurativo.
Approccio giustamente virtuosistico nel terzo movimento, ma nella sezione centrale dello stesso (timing 24.39 circa fino a timing 28:00 circa ) ritorna l'assoluto apollineo, il bello per sé stesso, l'astratto.
Staier e Concerto Koln, Concerto per piano ed orchestra di Mozart K. 271. Il primo movimento comincia all'inizio del video, il secondo al timing 0:10:46 circa, il terzo al timing 0:21:45 circa (non fatevi impressionare dalla durata del video, in coda segue il concerto K453!). Spigliato e mordente il primo movimento, ma mai sdilinquito o lezioso, tragico (ad un passo dall'abisso) il secondo movimento, vistuosistico all'estremo il terzo movimento. E la Concerto Koln (un pò punita dal riversamento su You-Tube nella sua bellezza sonora) di una energia, di un nerbo, di una bellezza di suono magnifiche. Il tutto con un mordente ed un vigore a tratti sconosciuto alla esecuzione della Haskil, soprattutto nel primo movimento: qui scompare del tutto la porcellana di Capodimonte ed il pianoforte e l'orchestra si presentano al pubblico con fuoco, ritmo, energia, oserei dire virilità. Ed il lirismo non cita un certo settecento stereotipatamente ammiccante, ma autenticamente espressivo in prima battuta, senza richiami al mondo delle trine, della cipria e dei merletti. A tratti il piano come l'orchestra hanno un piglio quasi marziale.
Incredibile soprattutto il secondo movimento: si tratta di una scena lirica dove l'orchestra rappresenta tutta la drammaticità del momento teatrale (potrebbe trattarsi ad esempio della perdita definitiva dell'amata) mentre il pianoforte è l'attore protagonista che si rifugia, si aggrappa al ricordo malinconico degli attimi felici passati con lei per sfuggire all'abisso del dolore incombente. Stupendo. E cadenza (la sezione finale del movimento, in cui il pianforte suona da solo) strepitosa per varietà e pertinenza espressiva, visto che il piano evoca tutto dalla malinconia al dolore quasi tragico precedentemente rappresentato dall'orchestra. Qui non ci sono raggi di sole, e non c'è speranza nel soprannaturale, qui l'uomo è solo col suo dolore: secondo me soluzione drammaticamente più bella di quella della Haskil e che porta Mozart all'altezza espressiva del Beethoven più alto.
Nel terzo movimento la sezione centrale, che comincia dal minuto 25:25, è più teatrale di quello della Haskil, più opera buffa e con risvolti tra il malinconico e il faceto (come fosse entrato in scena Pulcinella che fa una serenata a Colombina). E quando l'orchestra si unisce al piano, quella sensazione di dramma incombente: l'uomo gioca e si diverte, ma intanto incombe il dolore e la morte: e l'accento del piano si incrina e volge al dramma - alternato al giocoso - fino all serie di trilli che riportano al vorticoso ritorno della prima sezione del movimento. Ma tutto il movimento, nel suo incedere vorticoso, è opera buffa, quasi comico e strampalato.
Notare che con Staier i tre momenti del concerto sono molto più staccati di quelli della Haskil. Con il primo il movimento iniziale è energico, marzuiale, quando occorre lirico, il secondo tragico e drammatico in senso universale, il terzo virtuosisticamente comico/buffo ma con delle nubi all'orizzonte che ogni tanto affiorano. Con la Haskil il primo è un pò vezzo settecentesco, il secondo apollineo/spirituale (il valore salvifico del bello), il terzo vistuosistico/apollineo. L'esecuzione di Staier cerca il caratteristico e dilata la distanza tra i movimenti, l'esecuzione classica della Haskil cerca l'unitarietà, non il caratteristico, ed in qualche modo avvicina tra loro l'orizzonte espressivo dei tre movimenti.
La prima lettura, quella della Haskil, è quella di una società religiosa che attribuiva a Mozart da un lato un gusto manieristicamente rococò (del tutto svuotato anche in opera dai contenuti erotici/sensuali/carnali, in una parola umani in esso invece tanto presenti) alternato ad una sorta di spiritualismo e una vocazione confessionale ante litteram, attribuite, ad esempio anche ad ogni composizione bachiana, spiritualismo e fiducia nel soprannaturale (o nel naturale) che era stata l'ossatura stessa del romanticismo, in cui la cultura della Haskil vedeva il baricentro estetico di tutta la letteratura musicale. La seconda lettura quella di Staier, è centrata sull'uomo e sul teatro, entrambi elementi del tutto settecenteschi soprattutto in Mozart, che quando compone i concerti per piano e orchestra- come riconoscono tutti i commentatori - ha sempre in mente il teatro ed il dramma scenico. E in cui l'uomo è solo di fronte al dolore e comincia a veder incrinare la sua fede incrollabile nel capacità dominante sul mondo della ragione.
La perdita definitiva di fiducia nella capacità di controllo da parte dell'uomo sul mondo avverrà come dicevo con la parabola beethoveniana, e lascerà spazio all'ascetismo, alla rinuncia al mondo, alla speranza semmai in una serenità ultraterrena o nella fusione con la natura, ma anche (e soprattutto nell'ultimo Beethoven) al potere salvifico della musica.
Ognuno scelga l'esecuzione che preferisce. Io senza disdegnare la Haskil sto dalla parte di Staier.
Scusate gli errori di grafia, ma ho scritto di getto, spero che si capisca cosa intendevo... e se anche non si capisce, vi ho fatto ascoltare due belele secuzioni del K271!!!!
Ultima modifica di Pazzoperilpianoforte il Mer Apr 17 2013, 00:00 - modificato 1 volta.
"L'uomo che non ha la musica nel cuore ed è insensibile ai melodiosi accordi è adatto a tradimenti, inganni e rapine; i moti del suo animo sono spenti come la notte, e i suoi appetiti sono tenebrosi come l'Erebo: non fidarti di lui." (William Shakespeare, Il mercante di Venezia)
Come sai condivido interamente queste tue scelte sulle sinfonie Mozartiane. Mi domando solo come mai hai raccomandato l'edizione Andromeda di Walter (un mio grande pallino e non solo su Mozart ma anche sulle sinfonie di Brahms). Di Walter/Mozart ho sempre tenuto in altissima considerazione prima le CBS e poi le ultime Sony (oltre ad un paio di SACD notevolissimi). Ovviamente a parte i vinili (raccomando a tutti, se li trovate anche i dischi originali delle sinfonie Brahmsiane), credevo che le varie uscite CBS/Sony fossero le migliori.
Che mi dici di questa Andromeda? Le hai confrontate?
Quando ho consigliato il disco Andromeda l'ho fatto perché il remastering è molto buono, trattandosi di registrazioni monofoniche effettuate trail 1953 ed il 1956. Credo siano le prime registrazioni con la Columbia Symphony.
Poi Walter ha registrato varie volte le sinfonie mozartiane, e le ultime registrazioni per CBS/Sony sono certo quele con la migliore qualità sonora, certo superiore a quella che ho consigliato io. Però a me sembra che le registrazioni mozartiane di Walter tra gli anni '30 e la fine degli anni '50 cnservino una duttilità ed un calore espressivo meno presente nelle CBS poi Sony. Che non sono certo brutte, badate bene, ma secondo me un pizzico più paludate, anche se dall'ascolto più confortevole (ma le vecchie registrazioni monofoniche sono molto intellegibili).
@Piro: prego!!! Felice di vederti sopravvissuto alle mie ciance....
Quella che tu ci ricordi è la visione neoclassica dell'estetica mozartiana: un uomo maturo che ha capito che difronte ai mali del mondo l'unico rifugio è la serenità del fanciullo, è il rifugio nel bello apollineo. Molto riduttivo secondo me.
Sono stato frainteso... E' proprio quello che volevo dire... (cioè il contrario di quanto compreso)
Pazzoperilpianoforte ha scritto: Scusate gli errori di grafia, ma ho scritto di getto, spero che si capisca cosa intendevo... e se anche non si capisce, vi ho fatto ascoltare due belele secuzioni del K271!!!!
Meno male che hai scritto di getto. Pensa se ci pensavi su un pò di più...
bella roba Vito
Ma visto che siamo inciampati in Mozart (cosa che non mi dispiace x niente), chiedo a tutti: e delle sinfonie di Harnoncourt che pensate? Non le conosco molto bene e mi domandavo se poteva valerne la pena. Su Harnoncourt non ho mezze misure: o mi piace moltissimo vedi Cantate Bach con Leonhardt e sulle Nozze di Figaro che aveva raccomandato Vito tempo fa, oppure lo trovo un pò pesante e giro pagina Qualcuno le conosce?
Ripensando a Szell e alla domanda di Massimo, vorrei eventualmente consigliare qualcosa xchè anche se il suo Mozart non era forse così famoso , in realtà ci sono almeno 273 dischi che sono un must x ogni discoteca che si rispetti.
Intanto partiamo dal Doppio concerto di Brahms da lui diretto con i leggendari Rostropovich e Oistrakh. Attualmente esiste un CD dove hanno messo pure il triplo di Beethoven con Karajan Richter e OistraKh. Assolutamente imperdibile a questo punto. Ne abbiamo parlato spesso in passato
1a e unica alternativa possibile x il doppio di Brahms un Tulip DG famosissimo con Fricsay, Starker e Schneiderdhan
I vinilici potrebbero provare a cercarlo in qualche mercatino. Non è raro. Rarissimo invece è il miniLP della DG (botta di c.lo)
Tornando a Szell c'è un meraviglioso vinile Decca sempre di Brahms con il concerto x piano nr 1 suonato da Curzon e con la LSO. E' un Decca molto ricercato e ottimamente inciso
Ed infine il concerto x violino di Brahms sempre con Oistrakh x la emi
Ecco, dovendo approfondire Szell, io inizierei da questi dischi che sono senz'altro le sue incisioni più celebri tra gli appassionati
Ripropongo il giochino del "se mi piace X cosa mi consigliate?" Se mi piace il Saul di Handel (oratorio quasi operistico) che cosa mi consigliate? Sono impazzito negli ultimi giorni per la versione di Rene Jacobs e mi vorrei spingere un po piu' in la... come periodo fermiamoci al barocco.
realmassy ha scritto:Ripropongo il giochino del "se mi piace X cosa mi consigliate?" Se mi piace il Saul di Handel (oratorio quasi operistico) che cosa mi consigliate? Sono impazzito negli ultimi giorni per la versione di Rene Jacobs e mi vorrei spingere un po piu' in la... come periodo fermiamoci al barocco.
Sarò banale ma io adoro il Messiah e ho 2 versioni predilette e rigorosamente viniliche - Hogwood - Butt x la Linn (anche se il Barbuto me l'aveva cassato a priori senza averlo ascoltato). Il disco Linn è disponibile anche come file mi pare in HD e si trova in rete. Provalo, è veramente notevole Tra l'altro è la versione Dublin, un pò diversa da quella solita
Questo tra l'altro è uno dei casi che mi da parecchio da pensare. E' una registrazione digitale in epoca digitale, perfetta x la liquida, da parte di un pioniere dell'HD. Quindi avere i vinili non avrebbe molto senso Peccato che il cofanetto vinilico a 180 gr suoni meravigliosamente bene con una ricostruzione della scena, cori, voci perfetta
Ultimamente ho trovato una versione di Mackerras sempre vinilica. Mi aspettavo molto, ma stavolta mi ha deluso abbastanza
Grazie Gian. Il Messiah lo conosco bene (molto bella la versione di Jacobs...again) ma ho letto recensioni ottime dell'edizione Linn. E per l'opera? consigli qualcosa?
realmassy ha scritto:Grazie Gian. Il Messiah lo conosco bene (molto bella la versione di Jacobs...again) ma ho letto recensioni ottime dell'edizione Linn. E per l'opera? consigli qualcosa?
No li l'esperto di Handel operistico è SuperVito - io ho poca roba e mi sto avvicinando adesso all'opera barocca - sorry
Io, che non amo l'opera ma ho giurato eterno amore a Handel, mi sento di suggerirti:
questa non è un'opera intera ma, a me me piasce
_________________ Gianni
"L'uomo che non ha la musica nel cuore ed è insensibile ai melodiosi accordi è adatto a tradimenti, inganni e rapine; i moti del suo animo sono spenti come la notte, e i suoi appetiti sono tenebrosi come l'Erebo: non fidarti di lui." (William Shakespeare, Il mercante di Venezia)