Luca58 ha scritto:...
Le voci non sono strumenti musicali e una voce perfetta ma inespressiva nell'opera lirica (e sottolineo nell'opera lirica), secondo me, ha un valore inferiore (vedasi Pavarotti, Sutherland etc.).
...
In realtà la questione è molto più complessa. Dal seicento a Donizetti e Bellini la voce umana è stata utilizzata in opera proprio come strumento musicale più che perfetto, perché perfetta come suono e perfetta come espressione, perché poggiata su un testo poetico. In epoca barocca la voce era considerato "lo strumento" su cui tutta l'orchestra doveva modelarsi, soprattutto gli strumenti ad arco.
E' solo con Verdi che si comincia a teorizzare come in alcuni ruoli alcune voci di bellezza non canonica possano essere però efficaci. Ad esempio per Lady Macbeth Verdi pensava ad una voce scura e grifagna come quella della
Callas o della Verrett (lo si evince dall'epistolario), ma non ad una cantante che non sapesse cantare. Per la Gilda del Rigoletto, nell'epistolario Verdi disse che era parte che andava suonata, più che cantata. Questo solo per fare alcuni esempi.
In realtà il concetto che voci prive di alcune caratteristiche tecniche fondamentali possano essere valide in opera in virtù solo del loro accento è una creazione tutta novecentesca, quindi di un periodo molto posteriore all'estetica in cui queste opere sono nate. Questo certo non vuol dire che è una opinione che non si possa avere: solo che secondo me quando si ascolta un'opera il gusto giusto per rappresentarla non può prescindere da quello dell'estetica che l'ha prodotta.
Non è poi assolutamente vero che Pavarotti e la Sutherland erano inespressivi. Ci sono opere in cui non sono adeguati (come la
Callas ed altri cantanti lo sono in altre opere) ed opere in cui sono adeguatissimi. Anche lasciando da parte il Rodolfo della Boheme che a te non piace, definire inespressivo il Rodolfo della Luisa Miller di Pavarotti, il suo Canio dei Pagliacci, il suo Arturo dei Puritani, il suo Fernando della Favorita, il suo Arnoldo del Guglielmo Tell (solo per fare degli esempi universalmente noti) è privo di fondamento. Ed anche la Sutherland, sarà stata inespressiva quando cantava Traviata o Leonora, perché il tipo di fraseggio di Verdi le è sempre stato fondamentalmente estraneo: ma quando cantava l'Alcina di Haendel, l'Elvira dei Puritani, la
Maria della Figlia del Reggimento, la Lucia di Lammermoor, o l'Esclarmone di Massenet non era inespressiva proprio per nulla. Insomma, io penso che per bollare un cantante come inespressivo bisognerebbe prima tener conto di tutto il repertorio da lui/lei cantato, anche se è un repertorio che magari non ci interessa. Perché se anche non ci interessa, non è detto che non esista. E se questo repertorio esiste, ed è stato ben espresso dal cantante, quel cantante non è inespressivo.
Ma se anche fosse vero (e non lo è) che in tutto il repertorio da loro cantato Pavarotti e la Sutherland fossero inespressivi, non si tratta mica dei soli cantanti di magnifica voce ed ottimo canto mai esistiti. Renata Tebaldi, Leontyne Price, Montserrat Caballé, Christa Ludwig, Renata Scotto, Franco Corelli, Carlo Bergonzi, Alfredo Kraus, Tito Schipa, Caruso, Mac Neil, Bruscantini, Pasero, Pinza, Ramey (solo per fare qualche esempio) tutti vocalmente eccellenti cantanti erano tutti inespressivi? Non credo. Quindi non mi sembra un obbligo avere limitazioni vocali per essere espressivi. Ed allora a cantante espressivo ma mal-cantante preferisco cantante espressivo e ben-cantante. Che poi mi sembra lapalissiano.
Riguardo al discorso "io non sento i difetti, ma se li sentissi non mi peserebbero", io credo che non si può sapere cosa ci pesa finché non se ne diventa consapevoli
. Altrimenti stiamo facendo metafisica. E' come se uno a cui non interessa l'Hi-Fi mi dicesse: "non so cosa sia un cattivo suono, ma se anche lo riconoscessi non me ne importerebbe nulla". Io credo che il riconoscere un cattivo suono, invece, sia il primo vero passo per cominciare a detestarlo, e appassionarsi all'Hi-Fi. Non credo nemmeno che per sapere di canto occorre essere docenti e musicisti: il pubblico settecentesco era perfettamente in grado di riconoscere un virtuoso da una mezza calzatta, ma non tutti insegnavano canto. Purtroppo la nostra abitudine ad un canto moderno non artistico fa si che la cosa non si possa dire anche per l'oggi, ma è solo un discorso di orecchio, non di diploma di conservatorio. Ci sono ad esempio molti direttori d'orchestra che non hanno alcun orecchio per i cantanti, ma magari sono eccellenti direttori. Io non so suonare il violino, ma se il violinista stride all'acuto o forza, me ne accorgo subito.
Io ho un preciso parere su questo Rigoletto di Serafin con
Callas, Gobbi e Di Stefano, ma evito di manifestarlo per non dispiacere a coloro ai quali piace. Ma per me siamo molto lontani dalle incisioni di riferimento, pur senza poter dichiararla cattiva.
Tutto questo detto non per aver ragione ma per esprimere le mie opinioni in maniera compiuta. Anche perché se in arte è tutto relativo, né io né Luca abbiamo ragione. Se invece in opera esiste un oggettivo, allora è difficile stabilire quale sia a meno che non si sia faccia a faccia e con i dischi alla mano e un impianto acceso.
Soprattutto come ho detto più sopra è giusto che ogni ascoltatore sia soddisfatto di quello che gli aggrada, questa è l'unica cosa non contestabile da chicchessia.
Ultima modifica di Pazzoperilpianoforte il Gio Set 13 2012, 23:03 - modificato 2 volte.