Personalmente invece sono convinto che pochissimi giradischi vintage riescano a "tenere botta" con quelli attuali (anche a prezzi simili).
Poi ovviamente se riesci ad acquistare un giradischi vintage ad un prezzo molto contenuto, allora diventa interessante in quanto a quel prezzo c'è ben poco di attuale.
Ad esempio, un Thorens 124 ben conservato con un braccio decente (tipo uno SME dell' epoca) ben aggiornati (basette i grafite, cuscinetto modificato in ottone etc) , a 500 euro è un acquisto che può essere considerato centrato specie se si ha intenzione di utilizzarci una testina MM.
Ma bisogna riconoscere che pur lavorando spesso con maggior economia rispetto ad un tempo ci sono molti problemi, e relative soluzioni, ai tempi non conosciuti che oggi sono ben noti e risolti efficacemente praticamente da ogni costruttore 8mediamente serio) che costruisce giradischi.
Pensiamo ad esempio ai picchi di risonanza che inficiavano praticamente tutti i giradischi costruiti, anche quelli meglio realizzati, salvo forse il Pioneeer Exclusive P3 (per verificare c'era una sezione su the vintageknob con le misure fatte qualche anno fa).
Oggi questi problemi dove stanno? Un qualsiasi giradischi ha un FR minima che gira fra gli 0,5 e i 2 Hertz (quando ai tempi si andava tranquillamente in banda audio...).
Si badava, nei casi migliori a ridurre al massimo il feedback e le vibrazioni, ma certe problematiche proprio non erano note.
Lo studio principale era sulla regolarità di rotazione e sul rumore di fondo (ricordate i dati dichiarati? W&F 0,0000, Rapporto S/R tot dB... etc).
Solo anni dopo, con l' avvento della sfida del CDP, le case costruttrici, cominciarono a ripensare al giradischi come concetto globale, non interessò più sapere in quanto tempo un piatto arrivava a stabilizzare la velocità (vedi lotta Thorens vs EMT/Technics) e se trasmettesse più vibrazioni un puleggia di un cinghia/DD.
Si smise di fare piatti cavi (qualcuno me ne citi qualcuno non cavo dell' epoca) che furono visti come concentratori di risonanze in gamma audio e di un solo singolo materiale metallico.
Per non parlare dei bracci e delle soluzioni molto "casarecce" e/o finto "tecnologiche" che spesso sono state utilizzate per risolvere certi problemi (ricordate la lotta antiskating magnetici vs a filo?)...
Ce ne sarebbero così di elementi da valutare, ma diciamo che è meglio lasciare ai produttori l' applicare sul campo le scoperte/soluzioni intervenute (da qualche anno pochi produttori, a mio parere stanno ancora cercando di comprendere il perché di certi fenomeni, e sopratutto di risolverli alla fonte).
Purtroppo una cosa è anche vera, spesso i bei giradischi sono costosa, ma a dire il evro, io direi non tutti.
Un Rega P9 di serie usato con suo braccio, a mio parere, se inserito nel giusto impianto ti fa capire che si mangia a pranzo e cena un Technics SP10 MKII (sempre che lo si trovi in buone condizioni). Il costo...praticamente identico sul mercato.
resta sempre da considerare che c'è il fascino dell' oggetto vintage e il gusto di assemblare un impianto filologicamente corretto ed in questo caso ogni discorso lascia il giusto spazio alla passione che può essere irrazionale, ma appaga a prescindere. Io stesso, quando mi ascolto qualcuno di questi vecchi oggetti inseriti in un impianto a loro contemporaneo, riconosco che probabilmente, ai tempi, questi sistemi si compensavano in buona parte e riescono ad offrire lati davvero interessanti.
Preciso, amo l' ascolto del mono in modo quasi viscerale, lo reputo una vera emozione, dinamica e coerenza a livello, per me, insuperabili, un senso del "vero" che difficilmente lo stereo mi da (proprio a livello di coerenza, specie sui legni ed ottoni) se trovo delle registrazioni valide (e ce ne sono a mio parere).
Ma per me il pregio è legato agli interpreti, alla registrazione ed alla cura con cui venivano stampati questi supporti; non ai sistemi di riproduzione dell' epoca (intesi come gira e bracci. Quando mi ascolto un disco mono con l' SP10 + EPA 100 e Denon 102 e poi faccio il confronto con il Thorens Acrylic + Da Vinci grandezza + Denon 102 (tutto il resto immutato), sembra di ascoltare un impianto del tutto diverso, più pulito, dinamicamente naturale e tonalmente corretto (poi certi "picchi" possono anche entusiasmare, ma in effetti ci si rende subito conto che sono proprio "coloriture aggiunte").
Ciao!
Pietro